In seguito ad una bella iniziativa organizzata dall’associazione Altobrembo, in collaborazione con l’associazione Slow Food® Valli Orobiche, un gruppo ben assortito di 17 persone ha intrapreso, un po’ per curiosità e un po’ per diletto, un percorso volto ad avvicinare e conoscere in modo concreto ma leggero, l’affascinante mondo del vino.
Ebbene, grazie all’enorme passione e alla profonda conoscenza dell’argomento del Fiduciario di Slow Food® Valli Orobiche, Silvio Magni, abbiamo imparato che dentro ad una semplice bottiglia di vino, si racchiudono un’infinità di ragionamenti, di lavorazioni, di tecniche, di sensazioni e di storia.
Il viaggio in questo complesso mondo, si è svolto nel corso di sei lezioni alle quali è stata infine aggiunta un’interessante visita alla Cantina Cascina del Bosco – Bonaldi a Petosino.
Inizialmente si è disquisito soprattutto della cultura e della storia del vino, ovvero del fatto che già prima della nascita di Cristo alcuni popoli dell’Oriente si dedicavano alla trasformazione della “Vitis vinifera“, di come questa bevanda veniva coltivata e conservata nelle varie fasi della storia, e di come poi prese il largo nel corso del tempo soprattutto in Francia. Qui venivano prodotti i migliori vini del mondo ed affinate le migliori tecniche di coltivazione intensiva, e di conservazione, dall’invenzione della botte, alla bottiglia in vetro soffiato, fino al tappo in sughero.
Successivamente abbiamo trattato il tema della viticoltura e delle attuali tecniche di coltivazione della vite che, grazie a studi sempre più accurati e all’impiego di nuove tecnologie, sono riuscite a garantire ai viticoltori una solida base dalla quale ottenere uve di costante qualità, oltre a prevenire alcune malattie della pianta dovute a muffe e parassiti quali ad esempio la fillossera, che nel secolo scorso danneggiò gravemente i vigneti di tutta l’Europa costringendo i viticoltori a reimpiantare la vite europea sulle radici della vite americana ad essa immune. Da qui abbiamo appreso la presenza sul territorio italiano dei diversi vitigni, sia italiani, che di origine francese e, assaporando diverse qualità di vino, ci siamo avvicinati alle varie tecniche di degustazione del vino: la semplice apertura della bottiglia ha un suo procedimento e richiede attenzione ed accuratezza, così come l’impiego dei sensi visivi ed olfattivi, senza dimenticare il senso del gusto, forse il più importante.
Nelle successive quattro lezioni di natura più pratica che teorica, abbiamo preso sempre più confidenza con la degustazione, assaporando ad ogni incontro i diversi tipi di vino: dai bianchi, agli spumanti, passando per i rossi e concludendo con i vini passiti (e con i dolci e salumi che, generosamente e con affetto, alcuni di noi hanno preparato e portato).
Oltre ad assaggiare vini pregiati e conosciuti in tutto il mondo, è stato interessante capirne e riconoscerne anche alcuni difetti. In questa fase è emerso che per distinguere i vari profumi e sapori che ogni vino ci regala, è necessario arricchire il nostro carniere di conoscenze olfattive e gustative, andando così ad associare ad ogni sorso l’infinità di aromi che il vino sprigiona.
Molto interessante è risultata la visita alla Cantina Cascina del Bosco – Bonaldi a Petosino, durante la quale, grazie all’esperienza ed all’amore per il proprio lavoro trasmessaci dall’agronomo Mauro Mazzoleni, abbiamo riscontrato quanto di buono abbiamo imparato nelle varie serate, oltre che scoprire che vicino a noi, nelle nostre valli, esistono piccole realtà che producono vini di ottima fattura.
Grazie a tutti questi insegnamenti, siamo riusciti a cambiare e migliorare il nostro approccio al vino, e possiamo dire di esserci trasformati da semplici “bevitori” che non dedicavano troppa attenzione a ciò che passava nel bicchiere, magari fidandosi della sola etichetta, a “degustatori”, più consapevoli del fatto che il vino debba essere non una comune bevanda, ma una forma di piacere e di arte.
Questa iniziativa ha acceso nel gruppo una profonda complicità e amicizia, merito soprattutto della superba direzione di Silvio Magni, che ci ha saputo contagiare con la sua passione ed indirizzare verso una via che non potrà più fare a meno del vino, al quale tutti noi rivolgiamo un sentito ringraziamento, per gli insegnamenti in materia ma anche di vita. Purtroppo, nonostante gli innumerevoli tentativi, non siamo ancora riusciti a risolvere l’enigma che ci ha accompagnati in queste serate nella sede di Altobrembo: dove si trova una bottiglia di buon vino a basso costo? Forse dovremo ritrovarci altre volte, sperando di incontrare nuovi amici che vogliano scoprire come noi le varie sfumature del vino.
Alcune immagini: il pranzo di fine-corso, la distribuzione dei diplomi e la festa degli auguri