L’antica pratica della vite maritata (con piante sorrette da pioppi di 10 metri di altezza) cerca la candidatura a Patrimonio dell’Umanità
Le viti di Asprinio arrampicate sui pioppi: l’Alberata Aversana
L’Asprinio di Aversa riparte dalle sue radici più ancestrali, con un progetto per valorizzare la tradizionale forma di allevamento delle viti maritate: l’Alberata Aversana. Il lavoro di recupero e tutela dell’agricoltura tradizionale giunta nell’Agro Aversano grazie ai Greci (e poi agli Etruschi) più di 2.000 anni fa, ha l’obiettivo di accendere i riflettori sull’Aversa Doc una piccola denominazione (972,62 ettolitri di imbottigliato Doc, nel 2020) dal grande potenziale, distribuita in 22 Comuni tra la provincia di Caserta e di Napoli.
Il vitigno è l’Asprinio che, grazie al lavoro dei produttori, dà origine a quel vino che già lo scrittore e giornalista Mario Soldati indicava come “grande piccolo vino” particolarmente adatto alla produzione di bianchi longevi e spumanti di qualità. Il primo Metodo Classico risale alle sperimentazioni del 1978 della cantina Caputo e oggi, tra le aziende bandiera del territorio, c’è “I Borboni”, la cui Riserva storica testimonia il potenziale evolutivo dei vini dell’Aversano.
Ad incrementare il fascino dell’Asprinio di Aversa, si stagliano coraggiosi verso il cielo i rari filari superstiti di vigne ad Alberata Aversana, ancora presenti su pochi ettari. Le viti, sorrette da pioppi, raggiungono i 10 metri di altezza e richiedono, per la potatura e la vendemmia, notevoli abilità acrobatiche e competenze tramandate da generazioni.
“Dichiarata già Patrimonio Culturale Immateriale della Regione Campania nel 2019, con la redazione del relativo dossier, l’Alberata Aversana ha avviato il suo iter per una possibile candidatura all’Unesco”, come conferma, dal Comune di Cesa, Angela Oliva, promotore dell’iniziativa. Il progetto di valorizzazione dell’Alberata e dell’Asprinio è stato sostenuto con convinzione dalla Regione Campania per supportare i produttori della Doc in un’azione di promozione congiunta. Spiega l’Assessore all’Agricoltura delle Regione Campania, Nicola Caputo: “fare sistema come territorio per valorizzarne l’unicità è l’unico modo di costruire il futuro viticolo di un’area che, per dimensioni, ha ancora molto da fare per raggiungere le platee degli enoappassionati”.
Il presidente del Consorzio ViTiCa Cesare Avenia, padrone di casa dell’Enoteca Provinciale di Caserta (dove si sono tenute le degustazioni nella due giorni dedicata all’Aversa Wine), si è detto soddisfatto “della partecipazione dei produttori, che hanno dimostrato di aver colto l’importanza dell’opportunità, creata dalla Regione Campania, in ambito promozionale”. I prossimi appuntamenti per l’Asprinio, insieme al Consorzio ViTiCa, a Vinexpo Wine Paris (a Parigi, dal 14 al 16 febbraio) ed a Vinitaly (a Verona, dal 10 al 13 aprile). Fonte: WineNews, Chiara Giovoni, 02.02.2022