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Lug 30 2019

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A PROPOSITO DI MENSE SCOLASTICHE

Dopo la “guerra del panino” l pranzo a scuola divide ancora. A 1 italiano su 4 non piace la mensa

L’indagine Coldiretti/Ixè rivela che il 71% degli italiani ritiene che “le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni”

Sarà perché stiamo sempre più attenti a ciò che mettiamo nel carrello oppure perché non piace il divieto di non poter far portare ai propri figli il pranzo da casa. Fatto sta che 1 italiano su 4 (il 26%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche. E il dato non va sottovalutato se si considera la stima che indica in 380 milioni il numero di pasti all’anno consumati all’anno da 2 milioni e mezzo di studenti che frequentano la scuola dell’obbligo. E qui si ritorna al punto citato in precedenza: è giusto o sbagliato non avere la possibilità di scegliere se portare il classico panino da casa? L’indagine Coldiretti/Ixe’, in riferimento a quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione, secondo le quali “non esiste un “diritto soggettivo” a mangiare il panino portato da casa “nell’orario della mensa e nei locali scolastici” con la gestione del servizio di refezione rimessa “all’autonomia organizzativa delle scuole”, evidenza una spaccatura.

Una decisione che, secondo Coldiretti, scontenta diverse famiglie che rivendicano il diritto di mandare i bambini a scuola portandosi il pasto da casa. Un’esigenza dettata non solo da motivi di risparmio ma anche spesso per i dubbi sulla qualità dei prodotti offerti. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè una netta maggioranza del 71% di italiani ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 12% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più. Fonte: Winenews, 30.07.2019

La Cassazione ha deciso: niente più panino da casa nelle mense scolastiche

Il Comune aveva fatto ricorso, per i giudici la mensa non è “un diritto soggettivo”

Gli scolari e gli studenti di Torino non potranno più portarsi il panino preparato a casa in mensa. Le sezioni unite della Cassazione hanno deciso: tutti dovranno mangiare il cibo preparato dalla mensa scolastica. E’ la fine di una lunga  battaglia legale che con questa sentenza, sulla base di un ricorso presentato dal Ministero dell’Istruzione e del Comune di Torino, riporta la situazione indietro nel tempo, al 2017,  quando fu il tribunale di Torino a decidere che i genitori potevano scegliere se dare la “schiscetta ai propri figli” o iscriverli a mensa. Una battaglia portata avanti da un comitato di genitori di Torino e dal loro legale, Roberto Vecchione. Si aprì una querelle infinita che coinvolse poi anche il resto d’Italia. Oggi la parola fine. La Cassazione ha riconosciuto  che la mensa non è un “diritto soggettivo” e ha annullato la sentenza di appello che aveva dato regione al Comitato Caro Mensa seguito da Vecchione. “Un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile”, si legge nella sentenza depositata oggi, con cui le sezioni unite civili della Corte si sono pronunciate sulla vicenda che era stata sollevata da alcuni genitori a Torino.

Anche se a poco piu di un mese dal ritorno sui banchi la decisione rischia di creare problemi all’avvio delle scuole che si sono organizzate prevedendo sia  il pasto da casa e il servizio mensa. Fonte: La Repubblica, Torino, Diego Longhin, 30.07.2019

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