Apertura d'anno all'insegna della temerarietà. Serata magnifica, livida e ghiaccia, cielo stellato, buio pesto…L'auto si inerpica per tornanti e slarghi oltre i paesi della media valle Imagna, lasciato l'ultimo dei quali si sale , si sale, si sale…non un'indicazione. Blello finalmente, ma il laconico cartello è posto in una plaga deserta: boschi di faggio, immaginiamo date le coordinate geo-altimetriche. S'intravvedono luci lontane su un altro versante. Continuiamo. Case sparse e vacue luci. Possibile sia più avanti: cartello di Gerosa!, troppo avanti! Torniamo sui nostri passi: una casa ha una lampada un po' più intensa, l' ormai desueta insegna del posto di telefono pubblico, proviamo a scendere per chiedere dove diavolo sia la Trattoria nostra incerta méta. Aperto l'uscio un' enorme tavolata dà mostra di sé e ci dà l'inattesa certezza di essere alfine giunti nel luogo deputato. Pian piano arrivano anche gli altri commensali. Hanno tutti seguito le stesse tribolate sorti stradali.
Il profumo di un invitante salame, certamente indigeno, e il botto un po' marcato d’ una bollicina di Franciacorta ci riconciliano con il mondo, insieme ai deliziosi grissini preparati dal nostro Oliviero.
In tavola arrivano i sei campioni di stracchino rigorosamente disposti ad orologio. L'impressione visiva è più che buona, il secondo stracchino appare più lucido e paglierino, gli altri bianco candido con occhiature variabili ma molto simili, pasta di ugualmente simile consistenza, discreta la stagionatura, vero tallone d'Achille di questi formaggi d'eccellenza delle nostre valli, spesso venduti con maturazione incompleta. Ottimi i sentori tipici di latte e stalla pulita. La degustazione procede spedita, emergono giudizi unanimi sui tre stracchini che più rispondono alle aspettative e colpiscono immediatamente per bontà, sono i tre, guarda caso, prodotti a Corna: Melchiorre, Celina e Rosa i tre autori. Si accende una piacevole disputa per eleggere quale sia il più apprezzato. Lo spoglio delle schede di questo ben organizzato quanto inaspettato gioco del piacere permette a fatica, data l'estrema prossimità dei campioni, di nominare il vincitore per una incollatura.
Occorre precisare che anche gli altri tre stracchini non demeritano, siamo comunque ad un soddisfacente livello qualitativo di cui va dato atto ai casari valdimagnini. Indubbio che la triade di Corna ha, almeno in questi esempi, una marcia in più.
Il lungo e dibattuto cheese contest apre l'appetito al piatto che ci ha mossi ad affrontare i rigori stagionali: escono dalla cucina della signora Graziella fumanti quanto generose porzioni di casonsei che più tradizionali non si può. Pasta spessa e scevra di uova, ripieno povero, abbondante soffritto di burro e salvia. Forse quest'ultimo un filo troppo tostato. Approvazione e consenso condiviso da tutti i numerosi e paghi ospiti, ne valeva la pena: obiettivo centrato! La prima tappa del percorso sul 'Cibo Quotidiano' ha aperto la stagione in modo impeccabile.
(Lorenzo)