Il vulcanico Camillo Frosio (dell’omonimo Ristorante di Almè) ci ha invitato ad una delle velocissime corse che lui abitualmente compie in Francia alla ricerca di vini noti e meno noti.
Come al solito, si viaggia di notte, poi full immersion nel vino per un giorno e mezzo, infine ritorno a casa, sempre di notte.
Così viene a prendermi a casa alle due di notte, accompagnato da Oscar Mazzoleni, gestore di Porta Osio, Enoteca (con cucina), di Via Moroni a Bergamo, degustatore molto bravo e molto diligente con un taccuino sempre in mano per registrare i vini degustati, ma anche molto chiacchierone (per fortuna in macchina dorme alla grande e quando guida sta zitto a guardare la strada) e con un divertente francese molto, ma molto, maccheronico, e Tiziano Bruschi, produttore di Franciacorta della piccolissima Azienda Brutell di Adro, che lavora con grandissima passione e grande modestia.
Dopo un dietro front a Dalmine per aver io dimenticato il documento d’identità (che poi non è mai servito perché nei paesi civili – la Francia ha celebrato la Rivoluzione Borghese duecento anni fa – servono solo le carte di credito) si va di fretta per rispettare il rendez vous con Alessandra Mastrangelo e Paolo Nozza, in vacanza da quelle parti, a Sancerre, patria del Sauvignon Blanc.
L’auto è comoda, viaggia silenziosa e – ogni tanto – emana qualche afrore, che pare di formaggio: scopro che sono i Taleggi di primissima qualità e di buona stagionatura che Camillo porta sempre con sé per omaggiare i vignaioli o gli amici che visiterà.
Mentre qualcuno dorme pesante e qualcun altro sonnecchia, scorgo il nascere leggero e non invadente della luce che, lentamente, nasce sulle Alpi francesi nella discesa dal Frejus, con una luminescenza quasi elettrica, sempre crescente e sempre più acuta, finchè il giorno festeggia la sua nascita.
Siamo già a Mâcon, costeggiamo l’antichissima Abbazia di Cluny, dove è nato il romanico, attraversiamo la zona dello Charolais con migliaia di candide vacche al pascolo, giungiamo a Nevers, luogo di tantissima storia e – da lontano – scorgiamo Sancerre, appollaiata sulla collina a picco sulle rive della Loire.
Ci siamo. Festa grande per l’incontro con Ale e Paolo (ben rappresentata la nostra condotta!).
Mi rendo conto di strane mie sensazioni: incontrare le persone care lontane da casa, anche se viste solo poco prima, mi dà una gioia immensa, come se non le vedessi da tantissimo, o, addirittura, come se avessi paura di non vederle più.
Andiamo a visitare, per primo, Edmond Vatan, l’ultraottantenne guru del Sancerre (una sorta di Bartolo Mascarello), a Chavignol, alle falde del Mont Damné dove nascono i grandi crus del Sancerre, che ci riceve in una piccolissima e dimessa cantinetta di affinamento delle sue bottiglie. Ci fa assaggiare il suo Sancerre Clos de la Neore 2007, molto, troppo giovane e poi il 2005, importante e pieno si sé, ma elegantissimo. Quando arriva la moglie a chiederci di star poco perché il marito si stanca, Edmond Vatan apre una bottiglia più vecchia e non se ne parla nemmeno di interrompere la nostra visita. Alla fine Camillo regala un Taleggio e lui, per riconoscenza, lo omaggia di un suo Sancerre 1978! Madame Vatan ci sorprende chiedendoci se il formaggio si adatta alla pizza, noi, inorriditi, neanche l’ascoltiamo, anche se qualcuno riesce a spiegare le caratteristiche del nostro formaggio.
Paolo chiede come siano i vini di Thomas Labaille, vignaiolo emergente della zona; la risposta è di andarli a provare da lui, in piazza. E ci andiamo. Vini interessanti, prezzi molto convenienti, con diversi crus.
Usciamo a mezzogiorno: di corsa al Crotin de Chavignol, il più grande e famoso produttore e distributore dei formaggi di capra francesi; ma, ahinoi!, era in chiusura, così abbiamo potuto sentire solo i profumi!
Ma è già ora di pranzo; si fanno due passi nella piazza centrale di Sancerre, la solita piazza dei paesi francesi che si assomigliano tutte sia in Provenza che in Normandia, con i palazzi rifatti, le bandiere, i resti di qualche antichità in bella mostra, dove ci aspetta un croque monsieur con una sanpepetillant di fretta, per andare presto dal grandissimo Dagueneau a Pouilly-sur-Loire. Durante il frugale pasto, divertente inorridire Ale (che poi è una che se la prende, soffrendo), vegetariana convinta, con racconti di suntuosi piatti di selvaggina da piuma: pernici, tordi, piccioni e quaglie.
Da Sancerre a Pouilly la strada, molto panoramica nella discesa della collina, e molto affascinante per le vigne curatissime come giardini (paiono quelle nel Collio di Schioppetto!) con uve però ancora indietro, praticamente all’inizio della invaiatura: anche il Francia la stagione non è stata propizia e la natura fatica a esplodere.
Ci riceve la minutissima, quanto graziosissima figlia Dagueneau, che ci fa assaggiare tutti i vini della casa: un vero trionfo!
Curioso questo Dagueneau: un ufficio carico di poster del Che e di manifestazioni rivoluzionarie, Maggio Parigino compreso, e, all’esterno, un canile con centinaia di cani randagi che raccoglie e poi mantiene!
Il destino ci separa da Ale e Paolo, che hanno altri itinerari, non senza aver fatto visita al suntuoso Castello del Baron De Ladoucette, con vini, purtroppo, divenuti industriali e poco pregevoli, tanto che non varrebbe nemmeno la pena raccontarli.
Puntiamo decisamente su Chinon, lontanissima, mediante, data l’ora, un’autostrada appena ultimata (non c’è nelle mie carte!) che ci fa guadagnare tempo, ma che non ci fa vedere la valle ed i suoi castelli, salvo quello si Azay-le-Rideau, nell’ultimo tratto. D'altronde i miei compagni di viaggio non sembrano molto interessati a divagazioni culturali, o perché deja vu, o perché in tutt’altri pensieri.
Chinon, paese sette-ottocentesco, sulle rive della Vienne e con un castello in ricostruzione (contrariamente a noi che conserviamo l’antico con un rispetto dell’esistente persino asfissiante, i francesi ricostruiscono alla grande… tanto dopo qualche anno il turista non se ne accorge).
Dopo la giusta ricognizione nel paese alla ricerca del ristorante per la cena, alla fine, prevale l’idea di Camillo di andare al Restaurant A’table, nel qual c’era già stato con pieno godimento e soddisfazione.
Malauguratamente questa volta non è così: il locale si riempie in pochi minuti, così la cucina va in tilt, aspettiamo troppo un delizioso Fois Gras marinato con un Vovray Moelleux, che accompagnamo con un Coteaux du Layon Rablay Cuvèe Authentique 2003 del Domaine Régent Bigot , molto importante, ma appena troppo dolce e appena troppo poco acido.
Grandioso invece uno Chinon Rouge Clos de la Hegronniere 2003 di Earl Brocourt, dapprima scontroso, ma poi sempre più pieno, rotondo e vellutato che ci viene servito sul piatto tradizionalissimo (forse scelta sbagliata?): bianco di pollo coi i funghi e fricassea di carote (pastisada, anche se mangiabile).
All’alba ci muoviamo, costeggiando il piede delle colline visitiamo Bernard Baudry. Giovanissimo, piccolo di statura, ci accoglie con grande gentilezza ma anche con un sorrisetto ironico, visto che prima delle nove di mattina siamo già pronti a degustare.
Bernard costruisce cabernet franc fruttati, potenti, di tre crus differenti per caratteristiche, date dai diversi terroirs e dai diversi microclimi. Ci fa assaggiare dei vini vecchi (per aiutarci a capire come diventeranno quelli in commercio) ed un bianco da Chenin Blanc, vinificato sulle bucce: splendido, ma di bassissima produzione. Non disponibile: viene riservato ai soli Grandi Ristoranti. Ci facciamo riconoscere: Camillo è grand ristorateur…. et avec étoile, così il nostro riesce a portarne via sei bottiglie.
I vini di Bernard, come tutti i vini della Val de Loire, fermentano in tini di cemento, prima di passare in Tonneau (loro chiamano così anche la botte di capacità di 225 litri, e cioè quella che noi chiamiamo generalmente barrique).
Anche Bernard riceve l’omaggio del taleggio bergamasco vero ed in cambio ci omaggia una bottiglia di Chenin Franc de pièd (del quale ne produce solo poche centinaia di bottiglie).
Decidiamo che bottiglie così particolari che ci vengono omaggiate verranno aperte insieme in una festa nell’Azienda Brutell di fine settembre.
Assente Allier e, soprattutto, essendo introvabile a Saumur il genero di Vatan, proprietario del famosissimo Clos Rougeard, perché in vacanza, pieghiamo su Bourgueil, sede di una grande Abbazia cistercense chiusa proprio il martedì per turno (praticamente ormai è diventata un museo e non più un luogo di culto) a visitare Yannick Amirault.
Ci riceve il padre, un vecchio di buona stazza, simpaticissimo che cura l’orto (con i pomodori chiusi in una specie di voliera di rete metallica per evitare che i merli glieli mangino!): gasatissimo nel sentirci italiani, apprezza l’Italia alla grande per esserci stato più volte, così riceve anche lui con grande gioia il Taleggio di Camillo.
Anche Yannick costruisce tre crus importanti, moderni ed esaltanti per la dolcezza del frutto maturo e per i tannini levigati e non aggressivi: l’eleganza e la finezza di Bourgueil da terreni sabbiosi, contro la potenza e la pienezza dei vini di Chinon da terreni marnosi e scistosi.
Forza della modernità: ci giunge un SMS di Paolo che consiglia, se siamo lì, di visitare anche Breton: vini modernoni, di diverse specie, sia bianchi che rossi, sia frizzanti che fermi. Direi poco intriganti, salvo gli ultimi due più importanti della casa: un Bourgueil ed uno Chinon.
Ci sono ora oltre seicento chilometri per arrivare a Condrieu (Côte du Rhône Nort) a trovare tanti vecchi amici. Scavalchiamo il massiccio centrale (con le Foreste di Allier e di Tonçais dove nasce il rovere delle barriques) con spettacoli incredibili di temporali lontani, ricomparse di sole e pioggia sempre più graffiante man mano che ci si avvicina a Lione.
L’amico Yves Gangloff ha esaurito i suoi vini, il 2007 è ancora in botte, verrà imbottigliato a fine novembre. Molto gentile, proviamo i suoi vini dalle barriques. Come al solito sono vini importanti, di grande finezza ed eleganza. Visto che piove come Dio la manda chiediamo a Yves notizia delle sue uve. Tristissimo, ci dice d’aver paura addirittura di non riuscire a vendemmiare, data la pessima stagione.
Peppino ci aspetta a cena!
Dirimpettaio di Gangloff e grande amico di Camillo, Peppino è un francese di origine pugliese (la sua famiglia si è trasferita lì da Corato negli anni venti); molto generoso e con la classica ospitalità mediterranea, ci ha preparato una cena suntuosa a base di salumi della Linguadoca con un Minervois, semplice ma niente male, una Ratatuille da far invidia a quella del famoso film del cuoco-topino, un arrosto rosa di Charolais accompagnato da Gigondas 1998 (Côte du Rhône Sud) e formaggi tipici fra i quali un Blue de l’Auvergne da urlo.
Dopo un caffè all’italiana e l’omaggio al nostro anfitrione dell’ultimo Taleggio, si riprende la strada, sempre sotto un’acqua torrenziale. Sfiga vuole che quella notte, e per le altre quattro notti successive, il Tunnel del Frejus sia chiuso per manutenzioni: pazienza, si allunga dal Monte Bianco!
Passato il tunnel non piove più! Ancora una volta siamo meglio dei francesi!
Assonnato ma contento, vengo depositato a casa alle due di notte in punto: quarantott’ore dopo e dopo un viaggetto di più di duemilanovecento chilometri! (Silvio Magni)
LE DEGUSTAZIONI DELL'OSCAR
(brevi note dal taccuino sempre presente)
I vini di Edmond Vatan
Sancerre Clos la Neore 2007
Fresco, beverino, buona mineralità e sapidità. Molto lungo in bocca anche se ancora molto, molto giovane, la stoffa comunque c'è.
Sancerre Clos la Neore 2005
naso in buona evoluzione, molto più importante, bocca piena e rotonda.Grande cosa e rapporto qualità prezzo notevole.
I vini di Thomas Labaille
Sancerre L'Authentique 2007
Molto più varietale e vegetale del sauvignon di Vatan, un naso molto più complesso. In bocca acidità ++ con buona mineralità.
Sancerre Vieilles Vignes Les Aristides 2007
un filo di legno che non guasta assolutamente, ben dosato non invasivo, abbastanza morbido con buona freschezza.
Sancerre Vieilles Vignes La fleur de Galifard 2006
sicuramente beva importante, legno nuovo dosato sapientemente e uso delle vigne vecchie che dà al prodotto grande eleganza.
Sancerre Rouge L' Authentique 2007
pinot nero 100 %, bel naso ma in bocca non ci siamo assolutamente
I vini di Didier Dagueneau
Blanc Fumè de Pouilly 2006
molto fresco e fruttato. Simpatico, molto easy ma di buona fattura.
Pouilly Fumé Pur Sang 2006
Naso molto fine ed elegante, in bocca morbido e rotondo, ben fatto con ottima PAI.
Pouilly Fumé Silex 2006
Gran carattere e gran corpo. Potente, robusto e ben spallato. Allo stato attuale troppo giovane ma che roba!
Sancerre Le Mont Damné Chavignol 2006
Il prezzo è decisamente importante ma il vino li merita assolutamente tutti, Grande. Lungo e persistente. Molto bene amalgamato in tutte le sfumature.
Jurancon Les Jardins de Babylone 2006 Petit Manceng
Dolce ma non stucchevole, fresco e divertente sia in bocca che al naso. Tipologia molto particolare ma assolutamente un successo strepitoso.
I vini di Baron de Ladoucette
Sancerre La Poussie 2006
Al naso assolutamente impercettibile, in bocca molto evanescente e fin troppo magretto, buona soltanto la mineralità.
Sancerre Comte La Fond 2006
in bocca manca tutto, sembra annacquato. Deboluccio.
Sancerre comte La Fond Grand Cuvèe 2005
stiamo salendo ma rispetto alle maison degustate in giornata siamo distanti anni luce.
Pouilly Fumè 2006
naso interessante, bella pietra focaia con acidità ++. Pizzica leggermente in bocca: così così.
Pouilly Fumè 200° Vendanges
Cuvèe speciale fatta per il 200° anniversario. Sente leggermente di muffetta. Buona l'evoluzione ma esce troppo la muffa: Boh!
I vini della cena
Coteaux du Layon Rablay Cuvèe Authentique 2003 – Domaine Régent Bigot
al naso molto resinoso, dolce quasi stucchevole, molto oleoso, spesso e persistente. Comunque bel prodotto
Chinon Rouge Clos de la Hegronniere 2003 – Earl Brocourt
netto il franc al naso, verde ed erbaceo come deve essere. Pulito, corretto, bel prodotto.
I vini di Bernard Baudry
Chinon Rosé 2007
un rosé da cabernet franc pressato direttamente. Secco asciutto e pulito. Corretto.
Chinon Les Granges 2007
giovane, fine e pulito. Al momento ancora molto fruttato, divertente anche se manca un po’ di erbaceo del franc.
Chinon Domaine Bernard Baudry 2006
sicuramente molto fresco, tannino abbastanza duretto e in bocca chiuso, un filo sabbioso.
Chinon La Croix Boisèe 2006
assaggiato direttamente dal tino, molto potente, morbido e con estratto secco molto elevato. Molto ricco e concentrato: Bello!.
Chinon La Croix Boisèe 2002
in evoluzione molto più morbidoso, con naso più maturo tendente leggermente al cotto. In bocca molto calcareo.
Chinon Domaine Bernard Baudry 1989
leggermente ossidato al naso, in bocca molto cioccolatoso, sembra affumicato. Per avere 20 anni e aperto da ieri, chapeau!
Chinon blanc La Croix Boisèe 2005
Caspita che bianco!!! 9 mesi di fermentazione per i fatti suoi . Assolutamente grande: sembra un mersault e invece è uno chenin blanc in purezza!
I vini di Yannick Amitault
Bourgueil Rosé 2006
estremamente minerale, molto fragoloso al naso con buona mineralità. Buon rosé molto beverino.
Bourgueil Rouge 2007
assolutamente fine, pulito ed elegante anche se non riconoscerei mai il cabernet franc.
Bourgueil Rouge Les Quartiers 2006
grande naso; in bocca molto frutto con un amarena strepitosamente percettibile. Gran cosa, con finalino erbaceo di bocca: assolutamente bello!
Bourgueil rouge Le Grand Clos 2006
tannino molto percettibile, si rispecchiano molto sia il naso che la bocca, ancora giovane ma buon carattere.
Bourgueil Rouge Le Petite Cave 2006
si arrampica sulle gengive il tannino, duro da matti, nonostante ciò grande eleganza, uscirà molto bene.
Bourgueil La Petite cave 2005
Durissimo…è il più vecchio della batteria, ma è il tannino più astringente di tutti. Corpo da vendere: assolutamente una scommessa già vinta.
I vini di Pierre e Catherine Breton a Bourgeuil
Bourgueil Avis de Vins Fort 2007
non mi convince, finisce anche amaro…..ciofegata.
Bourgueil La Dilettante 2007
caspita che puzza, naso e bocca anonimi. mia bù!
Vouvray la Dilettante Moustillante 2006
bianco petillant, dolciastro…..che schefe!
Vouvray la Dilettante Moustillante 2007
aromatico e fruttato, poco più di un vinellino
Bourgueil Nuits d'Ivresse 2006
in bocca è abbastanza divertente con un tannino abbastanza percettibile. Beverino, simpatico
Bourgeuil Trinch 2007
Tannino ++, buona freschezza con un finalino così e così. Non è il mio vino!
Bourgueil les Galchets 2007
in bocca sembra annacquato da far paura, oltretutto prezzo troppo alto: non ci siamo!
Chinon Beaumont 2006
molto speziato e fresco, carino ma resta un vinellino semplicione.
Borgueil Clos Senechal 2006
non mi dispiace assolutamente, bocca piena e rotonda con un tannino tutto sommato abbastanza morbido.
Borgueil Les Perrieres 2005
In bocca pizzica un pochino, ma nella batteria risulta essere il più decente con buona PAI e tannino abbastanza percettibile.
Chinon Les Picasses 2004
naso interessante, bocca piena e rotonda, divertente ma rispetto a Baudry siamo molto indietro
St. Joseph 2007
Molto speziato, ancora molto giovane. Buono l'estratto e la concentrazione. Promette molto bene, assaggiato direttamente da legno.
I vini di Yves e Mathilde Gangloff
Dalla barrique: Côte Rôtie 2007 (1a barrique), Côte Rôtie 2007 (2a barrique), Côte Rôtie Vieilles Vignes 2007
assaggiati direttamente dalle barrique denotano tutti grande carattere e importanza gusto-olfattiva. Tutti ancora indietro e scomposti ma assolutamente ben promettenti.
Viognier 2007
anche questo prelevato dalla barrique ma non ancora omogeneo, il legno sovrasta tutto. Uscirà comunque un grande bianco.
Côtes Rôtie La Barbarine 2006
buona la spezia, bocca morbida e assolutamente interessante. Ben fatto questo sirah!
Côtes Rôtie La Sereine Noire 2006
Caspita che roba, per questo vino solo vigne vecchie. Rotondo e di gran carattere. Notevole. Chapeau.
I vini della cena da Peppino
Minervois Chateau Malves 2005
beverino, divertente. Minerale e di buona caratura. Non costerà molto ma è piacevole.
Côtes du Rhône Gigondas 1998
secondo me non ne avrà per molti anni ma adesso si fa ben bere. Speziato e buona PAI.