Carlo Petrini presenta il progetto a difesa del nostro territorio
«Dopo i campi di sterminio, stiamo assistendo allo sterminio dei campi». Parole di Andrea Zanzotto, il grande poeta che ci ha da poco lasciato all’età di 90 anni. È una citazione famosa, che chi si batte contro il consumo di suolo […] giustamente conosce e non esita a utilizzare. Mi accodo buon ultimo anch’io, a maggior ragione di fronte a cosa hanno subito la Liguria e la Toscana negli ultimi giorni, senza dimenticare come Roma è andata in tilt una settimana prima a causa di piogge più intense della norma.
Sia che si chiami in causa il cambiamento climatico, sia che si accusi l’eccessiva e disordinata cementificazione, più o meno indirettamente dietro a queste sciagure c’è sempre la mano incauta dell’uomo. Perché il cambiamento climatico lo causiamo noi, la cementificazione selvaggia la pratichiamo noi, abusiva o legale che sia. Le connessioni nascoste tra ciò che facciamo e certe loro brutte conseguenze sono sempre meno nascoste. E fanno male in termini di vite umane, territori cancellati, danni ingenti. Allora, pur se profondamente rattristato dalle ultime alluvioni, voglio dare una buona notizia: domani, a Cassinetta di Lugagnano (MI), ci sarà la prima costituente Assemblea Nazionale del Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio. Aderenti da tutta Italia lanceranno la campagna Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori. […]
La bandiera è quella del paesaggio, dei suoli fertili, della loro integrità per rifuggire anche eventi drammatici come quelli liguri. È una bandiera che va al di là di qualsiasi colore o interesse particolare. Migliaia di singoli cittadini, centinaia di organizzazioni nazionali hanno già aderito, stanno nascendo i comitati locali, e chiunque è libero di costituirli.
[…] i temi della difesa del suolo libero dalla cementificazione e la tutela del paesaggio sono tra quelli che stanno più a cuore ai cittadini. […] Le denunce continuano a migliaia in tutto il Paese, dai casi più eclatanti ai piccolissimi scempi che rosicchiano minime porzioni di suolo fertile. Ora finalmente ci sarà un vero strumento per passare all’azione, entriamo nel vivo rispetto a un tema dove l’hanno sempre fatta da padrone grandi speculatori, poteri forti e l’interesse di pochi contro quelli della collettività.
La campagna “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, cui è sufficiente aderire on-line, vuole fare da amplificatore per i problemi a livello locale, ma il Forum che la promuove sta lavorando a due importanti progetti [..]. Il primo è la richiesta da parte dei cittadini al proprio Comune di un censimento, sul proprio territorio, di tutti gli edifici pubblici e privati, civili e industriali sfitti, vuoti e inutilizzati. Soltanto prendendo in considerazione le grandi città, negli ultimi dieci anni in Italia si sono costruite 4 milioni di case, mentre pare che ce ne siano almeno 5,2 milioni di vuote. Per non parlare dei capannoni, la cui proliferazione negli ultimi anni insulta anche il più maleducato senso estetico: continuo a vederne di abbandonati ovunque, con striscioni appesi che ne implorano l’affitto. Prima di costruire altro allora capiamo che cosa c’è a disposizione, utilizziamo l’inutilizzato, smettiamola di edificare dove non si può o dove non si dovrebbe, non sacrifichiamo più suolo libero, perché è fondamentale per la nostra agricoltura e il turismo, ma anche per prevenire frane e alluvioni.
[…] il Forum sta, inoltre, lavorando a una legge d’iniziativa popolare per arrivare a una moratoria nazionale al consumo di suolo. La Provincia di Torino ha già fatto una legge di questo tipo, ed è uno degli esempi che cercheremo di seguire, insieme alle legislazioni tedesche e britanniche molto più restrittive delle nostre. Il Comune di Cassinetta di Lugagnano, […] è un altro esempio virtuoso perché ha dichiarato il suo territorio “a crescita zero”, come del resto già altri piccoli comuni in Italia (e li volevano cancellare!). Non entrino in fibrillazione quelli del settore edilizio: abbiamo così tante case da ristrutturare, da buttar giù per tirarne su di nuove, di brutte da abbellire, senza contare l’enorme sforzo da fare per migliorare l’efficienza energetica che ci sarà lavoro in abbondanza per tutti nei prossimi anni. Come vediamo, ancora una volta in futuro dovremo privilegiare la qualità rispetto alla quantità[…]: c’è meno margine per speculare, ma più possibilità per guadagnarci tutti quanti qualcosa ed evitare catastrofi. Ciò che si spende per riparare a disastri come quello occorso in Liguria – ma che ormai si rincorrono mese dopo mese in ogni parte d’Italia – è di gran lunga più costoso di quanto non spenderemmo mai per un’attenta e corretta gestione del territorio.
Oggi occorre dichiarare senza indugio che quella della scomparsa del suolo fertile è un’emergenza nazionale. Oltretutto questo bene prezioso ci dà cibo […] Il paesaggio, forse a prima vista meno tangibile dell’acqua, è un bene comune perché tutelandolo si preservano l’ambiente, la sicurezza delle persone, le attività agricole, i suoli, la bellezza. Il privato, fatti salvi i suoi diritti, non può privare il resto della comunità di qualcosa d’insostituibile e di non rinnovabile. Il privato non può privare.
[…] Luigi Einaudi scriveva sul Corriere della Sera il 15 dicembre 1951: «La lotta contro la distruzione del suolo italiano sarà dura e lunga, forse secolare. Ma è il massimo compito di oggi se si vuole salvare il suolo in cui vivono gli italiani». Da allora abbiamo consumato più di 2 milioni di ettari di terreno fertile in Italia, l’equivalente di Puglia e Molise messi insieme: bisogna dire basta nella maniera più concreta possibile. Possiamo farlo insieme.
testo: Carlo Petrini, stralcio da: La Repubblica del 28.10.2011.