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Mar 03 2011

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SEMINARIO DI FORMAZIONE ALL’UNIVERSITÀ DI SCINZE GASTRONOMICHE

Che cosa è Slow Food e cosa significa per un numero sempre più alto di persone in Italia e nel mondo fare parte di questa associazione? Slow Food Italia ha cercato di dare una risposta a questa domanda riunendo durante un incontro di formazione più di sessanta persone provenienti da tutte le regioni italiane. L’incontro rivolto ai nuovi Dirigenti di Slow Food sul territorio si è tenuto a Bra dal 25 al 27 febbraio ed ha permesso di creare un network fra condotte molto positivo e stimolante.

Un punto che è subito sembrato importante è il ruolo dei giovani all’interno di Slow Food. Oggi ancora pochi ne fanno parte (solo il 23 % dei soci ha meno di trent’anni) e l’aspetto che più li attira è che l’associazione porta avanti impegni sociali importanti, per salvaguardare realtà in pericolo e aiutare chi è più in difficoltà. Il ruolo politico e la possibilità, passando attraverso un gesto che accomuna tutti come quello di mangiare, di cambiare le scelte di chi ci governa sono punti fondamentali per i giovani. Molto importante in questo senso è il progetto degli Orti in Africa, continente che potrebbe rappresentare il futuro dell’associazione dal momento che si trova ad essere obbligatoriamente più sensibile al problema del cibo.
Slow Food non deve essere vista come un’associazione snob ma una realtà che si occupa delle cose più pure e semplici, non solo attraverso l’organizzazione di cene ma con un impegno continuo nell’ educazione al gusto e nel rispetto delle tradizioni che si stanno perdendo. Proprio all’educazione si guarda come al mezzo principale per accrescere la consapevolezza dell’importanza dei gesti che possiamo fare ogni giorno, dal fare la spesa alla raccolta differenziata.
Si è discusso anche del ruolo delle condotte e di come queste vadano gestite in maniera unitaria e non singola, coinvolgendo il socio in modo da renderlo un attore consapevole di far parte di qualcosa di bello e importante per il futuro del nostro paese. All’interno della condotta è fondamentale la figura del fiduciario che deve essere in grado di coordinare e coinvolgere senza accentrare su di sé tutto il carico di lavoro dell’organizzazione, consapevole del fatto che essere fiduciario non rappresenta un’acquisizione di diritti ma di responsabilità. Per tutte le condotte è importante creare un network: le buone idee sono e devono essere open source.
La condotta deve avere uno stretto rapporto con il territorio e un ruolo attivo con le istituzioni, gli enti locali e le altre associazioni. Questa sinergia con altre realtà è essenziale perché Slow Food non si occupa più ormai solo di cibo ma di tutela del paesaggio, del suolo e della biodiversità. Su tutti questi aspetti si può lavorare per costruire un futuro buono, pulito e giusto.
Doriana
foto di Francesco Ranzani, Conbdotta Slow Food Firenze

          

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