Bere acqua del rubinetto è una scelta ecologica, economica e comoda. Eppure, solo il 30% degli italiani lo fa regolarmente. Un peccato soprattutto per i nostri mari e le specie marine, che si trovano a dover fare i conti con l’inquinamento da plastica monouso, ormai a livelli allarmanti.
L’impatto della plastica monouso
Ogni anno nel Mediterraneo si depositano circa 730 tonnellate di plastica. Un dato che fa riflettere e rende lampante come l’adozione di pratiche più consapevoli, come bere l’acqua del rubinetto, potrebbe ridurre significativamente il consumo di plastica, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.
Secondo i dati dell’Unione Europea, ogni anno vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di plastica, otto delle quali finiscono negli oceani. Le microplastiche e le nanoplastiche che contaminano le nostre acque sono dannose per gli organismi marini e per l’uomo.
Il consumo di acqua in Italia
In Italia, i consumi di acqua minerale sono cresciuti significativamente: oggi siamo i più grandi consumatori di acqua minerale in Europa e i secondi nel mondo dopo il Messico. Ogni italiano ha un consumo pro capite di 172 litri all’anno, il che comporta un elevato impatto ambientale legato alla produzione degli imballaggi, al trasporto delle confezioni (quasi esclusivamente su gomma) e allo smaltimento finale.
Le bottiglie di plastica
Per produrre le bottiglie di plastica, in Italia ogni anno di usano 350mila tonnellate di Pet, equivalenti a 665mila tonnellate di petrolio che emettono 910mila tonnellate di CO2eq.
Non solo. Il trasporto su gomma delle bottiglie, con circa 300mila tir che percorrono mediamente mille chilometri, emette altre 265mila tonnellate di CO2.
Le bottiglie di plastica vengono usante una volta sola e spesso finiscono in discarica, dove possono rimanere inalterate per mille anni. Senza contare quelle che finiscono nel mare.
Il 52% degli italiani consuma regolarmente acqua in bottiglia eppure, secondo una ricerca globale condotta da Toluna per Culligan, il 40% non è consapevole della pericolosità delle bottiglie in Pet sia per le specie marine che per la nostra salute.
Ci salverà la Gen Z? Un terzo dei giovani ha eliminato la plastica monouso dalla propria vita e il 50% cerca di farlo nonostante le difficoltà.
L’acqua del rubinetto
Anche se lo scenario rivela poca consapevolezza e le bottiglie di plastica rimangono la fonte di approvvigionamento principale, il 25% degli italiani beve acqua del rubinetto filtrata, una percentuale leggermente superiore alla media europea.
L’acqua del rubinetto è già di per sé sicura e di buona qualità nel rispetto della normativa italiana, che garantisce standard di controllo superiori alla media europea. A dare una mano, esistono anche diversi sistemi di filtrazione capaci di migliorare ulteriormente l’acqua del rubinetto.
Ispirare un cambiamento collaborativo ed educare le persone sull’importanza di azioni quotidiane che facciano la differenza, come bere l’acqua del rubinetto, è un impegno che dovrebbe coinvolgere istituzioni, associazioni e aziende, affrontando il tema cruciale dell’acqua con impegno e responsabilità sociale. Fonte: InfomaCibo, Oriana Davini, 12.06.2024