Dal 2030 nell’Unione europea scattano i nuovi parametri per la qualità dell’aria, meno rigorosi rispetto a quelli dell’Organizzazione mondiale della sanità.
L’Unione europea dal 2030 introdurrà nuovi standard per la qualità dell’aria © gkwt1/iStockphoto
- L’inquinamento atmosferico è ancora la prima causa di morte prematura nell’Unione europea, con circa 300mila decessi all’anno.
- Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle nuove soglie per le sostanze inquinanti nell’aria.
- I nuovi limiti entrano in vigore nel 2030 e sono comunque più alti rispetto alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La qualità dell’aria è una questione di salute pubblica. E le norme in vigore non sono ancora sufficienti: lo dimostra il fatto che l’inquinamento atmosferico sia ancora la prima causa di morte prematura nell’Unione europea, con circa 300mila decessi all’anno. Per questo, nella serata di martedì 20 febbraio, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle nuove soglie per le sostanze inquinanti nell’aria. Molto più severe rispetto al passato, ma comunque più generose rispetto a quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Quali saranno i nuovi parametri europei per la qualità dell’aria
La Commissione europea, nell’ambito del Green Deal, si è posta l’obiettivo inquinamento zero entro il 2050. Per raggiungerlo diventa dunque indispensabile una revisione delle due direttive vigenti sulla qualità dell’aria, che risalgono rispettivamente al 2004 e al 2008. Anche per allinearsi a quanto raccomandato negli ultimi anni dalla comunità scientifica.
Parlamento e Consiglio hanno dunque rivisto al ribasso i valori limite annuali consentiti per diverse sostanze inquinanti. Le soglie di particolato fine (PM2,5) e biossido di azoto (NO2) vengono più che dimezzate, passando rispettivamente da 25 a 10 microgrammi per metro cubo (µg/m³) e da 40 a 20 µg/m³. Restano comunque più alte rispetto alle linee guida introdotte nel 2021 dall’Oms che si attestano, invece, sui 5 μg/m3 per il PM2,5 e sui 10 μg/m3 per il biossido di azoto. I nuovi limiti europei scatteranno nel 2030 e andranno sottoposti a revisione almeno ogni cinque anni.
Cosa succede agli stati che non rispettano le linee guida sull’inquinamento
Dopo l’approvazione formale da parte di entrambe le istituzioni dell’Unione, la nuova normativa sulla qualità dell’aria sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore due anni dopo. Già prima del 2030, gli stati che non sono nella traiettoria giusta dovranno mettere a punto in anticipo apposite tabelle di marcia per la qualità dell’aria. Una volta entrate in vigore le nuove soglie, a chi le sfora potrà essere richiesto di adottare anche misure d’emergenza, come blocchi del traffico o stop ai cantieri.
Gli stati membri avranno comunque la possibilità di chiedere deroghe, anche molto significative. Se dimostrano di essere in ritardo, possono chiedere dai cinque ai sette anni di tempo in più. Se poi hanno condizioni orografiche o climatiche molto particolari che rendono impossibile rispettare i parametri previsti, o se per riuscirci sono obbligati a intervenire in modo massiccio sugli impianti di riscaldamento domestico, per loro la scadenza non è più al 2030 ma al 1° gennaio 2040, dieci anni dopo. Fonte: LIFEGATE, Valentina Neri, 21.02.2024
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