Il Pontefice incontra in Udienza Privata “una realtà significativa, sulla scena italiana ed internazionale”, invitandola ad ispirarsi a San Francesco
Papa Francesco ha incontrato la comunità del vino italiano in Vaticano
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi do il benvenuto, saluto Monsignor Pompili e ciascuno di voi. Siete qui in occasione del Convegno che Vinitaly ha organizzato sul tema “L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano”. Per numero di aziende coinvolte, qualità di produzione e impatto occupazionale, la vostra è certamente una realtà significativa, sia sulla scena vinicola italiana che internazionale, ed è dunque bene che vi ritroviate a riflettere insieme sugli aspetti etici e sulle responsabilità morali che tutto ciò comporta, e che in questo traiate ispirazione dal Poverello di Assisi. Le linee fondamentali su cui avete scelto di muovervi – attenzione all’ambiente, al lavoro e a sane abitudini di consumo – indicano un atteggiamento incentrato sul rispetto, a vari livelli. E il rispetto, nel vostro lavoro, è certamente fondamentale: per un prodotto di qualità, infatti, non basta l’applicazione di tecniche industriali e di logiche commerciali; la terra, la vite, i processi di coltivazione, fermentazione e stagionatura richiedono costanza, richiedono attenzione e richiedono pazienza”. Sono le parole rivolte da Papa Francesco alla comunità del mondo del vino italiano, incontrata oggi in Udienza Privata nel Palazzo Apostolico Vaticano nella Città del Vaticano, nella giornata dedicata all“’Economia di Francesco e il mondo del vino italiano”, promossa dalla Diocesi di Verona e da Veronafiere con Vinitaly a Roma (e dove c’era anche WineNews, con il direttore Alessandro Regoli, ndr).
“La sacra Scrittura stessa parla di questi temi – ha detto il Santo Padre nel suo saluto – viene in mente la Lettera di Giacomo, che dice: “Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge” (Gc 5,7). E penso soprattutto a Gesù, il quale, nell’ultima immagine che lascia ai suoi discepoli, parla del Padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite, potandola e facendo così in modo che porti buon frutto (cfr Gv 15,1-6)”.
“Rispetto, costanza, capacità di potare per portare frutto: sono messaggi preziosi per l’anima – ha proseguito il Pontefice – che ben si apprendono dai ritmi della natura, dai vitigni e dalla lavorazione. Essa comporta un’infinità di competenze, solo in parte trasmissibili in modo tecnico, “scolastico”, spesso invece legate alla condivisione di una sapienza pratica, di vita, a un’esperienza specifica da acquisire sul campo, in modo tanto più proficuo, quanto più ci si lascia coinvolgere dalla dimensione umana di ciò che si fa”.
“E se il rispetto e l’umanità valgono nell’uso della terra – ha sottolineato Papa Bergoglio – sono ancora più decisivi nella gestione del lavoro, nella tutela delle persone e nel consumo dei prodotti, per far maturare, a livello di singoli e di aziende, quella capacità di “auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l’autoreferenzialità”, che “rende possibile ogni cura per gli altri e per l’ambiente”, considerando “l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé” (Lett. enc. Laudato si’, 208). Infatti, la “cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri” (ivi, 70)”.
“Cari amici, il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per «il cuore dell’uomo» (cfr Sal 104,15) – ha concluso il Pontefice – e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità. Grazie allora per aver scelto di ispirare la vostra attività a sentimenti di concordia, aiuto ai più deboli e rispetto per il creato, sull’esempio di Francesco di Assisi. In lui vi benedico e vi auguro, nel suo stile, “pace e bene”. Grazie”. Fonte: WineNews, 22.01.2024
Papa Francesco: “Il vino e la terra sono doni di Dio e fonte di gioia”
Nell’incontro con i produttori che fanno riferimento a Vinitaly il Pontefice sottolinea: l’importante è scegliere di muoversi con attenzione all’ambiente, al lavoro e a sane abitudini di consumo
CITTA’ DEL VATICANO – Il Papa è di buonumore durante l’incontro con i produttori che fanno riferimento a Vinitaly. Citando il tema del loro convegno, «L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano», il Pontefice scherza: «Ma sembra un Papa ubriaco questo». Allo stesso tempo, nel discorso sottolinea che «il vino e la terra sono doni di Dio, affidati alla nostra onestà» affinché diventino «fonte di gioia». L’udienza si svolge nel Palazzo apostolico vaticano. «Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi do il benvenuto, saluto monsignor Pompili (vescovo di Verona, ndr) e ciascuno di voi». Per numero di aziende coinvolte, «qualità di produzione e impatto occupazionale – osserva Jorge Mario Bergoglio – la vostra è certamente una realtà significativa, sia sulla scena vinicola italiana che internazionale, ed è dunque bene che vi ritroviate a riflettere insieme sugli aspetti etici e sulle responsabilità morali che tutto ciò comporta», e che traggano ispirazione da san Francesco, il «Poverello di Assisi».
Le linee fondamentali su cui «avete scelto di muovervi – attenzione all’ambiente, al lavoro e a sane abitudini di consumo – indicano un atteggiamento incentrato sul rispetto, a vari livelli. E il rispetto, nel vostro lavoro, è certamente fondamentale». Per un prodotto di qualità, infatti, «non basta l’applicazione di tecniche industriali e di logiche commerciali; la terra, la vite, i processi di coltivazione, fermentazione e stagionatura richiedono costanza, attenzione e pazienza», evidenzia il Vescovo di Roma.
Francesco rileva che la Sacra Scrittura stessa «parla di questi temi. Viene in mente la Lettera di Giacomo, che dice: “Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge”». Il Papa pensa in particolare a «Gesù, il quale, nell’ultima immagine che lascia ai suoi discepoli, parla del Padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite, potandola e facendo così in modo che porti buon frutto».
Secondo il Pontefice argentino, «rispetto, costanza, capacità di potare per portare frutto sono messaggi preziosi per l’anima, che ben si apprendono dai ritmi della natura, dai vitigni e dalla lavorazione». La produzione comporta «un’infinità di competenze, solo in parte trasmissibili in modo tecnico, “scolastico”, spesso invece legate alla condivisione di una sapienza pratica, di vita, a un’esperienza specifica da acquisire sul campo», in modo tanto più proficuo «quanto più ci si lascia coinvolgere dalla dimensione umana di ciò che si fa».
A questo punto, Bergoglio avverte, citando l’enciclica verde e sociale «Laudato si’», uno dei documenti-chiave del pontificato: «E se il rispetto e l’umanità valgono nell’uso della terra, sono ancora più decisivi nella gestione del lavoro, nella tutela delle persone e nel consumo dei prodotti, per far maturare, a livello di singoli e di aziende, quella capacità di “auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l’autoreferenzialità”, che “rende possibile ogni cura per gli altri e per l’ambiente”, considerando “l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé”. Infatti, la “cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri”».
Ecco poi l’appello e l’incoraggiamento papali: «Cari amici, il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per “il cuore dell’uomo”, e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità».
Il Vescovo di Roma ringrazia «per aver scelto di ispirare la vostra attività a sentimenti di concordia, aiuto ai più deboli e rispetto per il creato, sull’esempio di Francesco di Assisi. In lui vi benedico e vi auguro, nel suo stile, “pace e bene”». Dopo l’incontro il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, dichiara che «l’udienza, a cui abbiamo partecipato grazie al sostegno della Diocesi di Verona e in particolare del vescovo monsignor Domenico Pompili, rappresenta un evento di straordinaria rilevanza per Veronafiere che, attraverso Vinitaly, coinvolge i principali protagonisti di un comparto che più di altri esprime un forte legame con le nostre origini culturali». Come ha ricordato il Papa, «rendiamo omaggio al vino come dono di Dio, simbolo di tradizione e di un sistema economico sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale». Bricolo ribadisce «il nostro impegno con Vinitaly a preservare e valorizzare il patrimonio enologico della nostra comunità, affinché il vino continui a essere un elemento di coesione sociale e di apertura al dialogo, ispirando una convivialità che unisce». Fonte: IL GUSTO, Domenico Agasso , 22.01.2024