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Nov 03 2023

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L’OSSERVATORIO ITALIANO SULLE ECCEDENZE, IL RECUPERO E GLI SPRECHI ALIMENTARI (OERSA)

La perdita e lo spreco alimentare (Food Loss and Waste, FLW) è un problema ambientale, sociale ed economico. I paesi di tutto il mondo sono alla ricerca di strategie efficaci per prevenire e ridurre le FLW, uno tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Developmenta Goals, SDGs) delle Nazioni Unite. L’Unione Europea (UE) è fortemente impegnata a contribuire a risolvere il problema delle perdite alimentari, istituendo la Piattaforma sulle perdite e gli sprechi alimentari e adottando la strategia Farm to Fork (dalla fattoria alla tavola). Anche l’Italia ha adottato un approccio consolidato verso questo tema, in particolare attraverso la ridistribuzione delle eccedenze alimentari ai più bisognosi, una politica istituita con la Legge Gadda 166/2016 e affidando al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) un ruolo cardine nella trattazione della materia. A tal fine il MiPAAF ha istituito con il Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione (CREA) un ”Osservatorio nazionale sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari” (OERSA) (1). Chi desidera approfondire il lavoro di questo ente sulla raccolta, elaborazione e aggiornamento dei dati, nonché su studi mirati alla limitazione degli sprechi alimentari, si trova però di fronte a manuali di oltre 100 pagine che potrebbero scoraggiare anche  più volonterosi (2, 3). Una chiara descrizione dell’operato dell’OERSA è riportata anche in un articolo scientifico (4) che desideriamo riportarvi nelle sue parti salienti con l’intento di stimolare ulteriori interessi legati alle politiche nazionali sul FLW.

INTRODUZIONE

La prevenzione e la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari sono tra le priorità politiche
 dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali. Si tratta di un tema che sta suscitando 
un crescente interesse, spingendo i ricercatori a lavorare sullo sviluppo di strategie di prevenzione, valorizzazione e gestione. La questione FLW è inclusa negli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), un appello universale all’azione rivolta a tutti i paesi per promuovere la prosperità e proteggere il pianeta.

FIGURA 1: I 17 obbiettivi per lo sviluppo sostenibile: 1) Sconfiggere la povertà; 2) Sconfiggere la fame; 3) Salute e benessere; 4) Istruzione di qualità; 5) Parità di genere; 6) Acqua pulita e servizi igienico-sanitari; 7) Energia pulita ed accessibile; 8) Lavoro dignitoso e crescita economica; 9) Imprese innovazione e infrastrutture; 10) Ridurre le disuguaglianze; 11) Città e comunità sostenibili; 12) Consumo e produzione sostenibili; 13) Lotta contro il cambiamento climatico; 14) Vita sott’acqua; 15) Vita sulla terra; 16) Pace, giustizia e istituzioni solide; 17) Partnership per gli obbiettivi.

I 17 SDGs sono stati adottati da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015 come parte dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che definisce un piano quindicennale per raggiungere tali obbiettivi (Figura 1).
 Ciascun SDG è organizzato in target misurabili e monitorabili. L’obiettivo 12.3, incluso nell’SDG 12, mira a dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare globale pro-capite  a valle della filiera agroalimentare, ovvero quello generato dalla vendita e dal consumo. Ciò significa che l’intera filiera, dalla produzione primaria al consumatore, deve essere considerata in connessione con le strategie di prevenzione delle FLW.

Il FLW è una priorità anche per l’Unione Europea (UE) e i suoi Stati membri. Infatti, la 
Commissione Europea (CE) con la Direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) ha definito una 
“gerarchia” nella gestione dei rifiuti alimentari che deve essere applicata dagli Stati membri 
dell’UE. Questa strategia, che è stata ulteriormente implementata e adattata, considera la 
prevenzione e il riutilizzo degli alimenti per il consumo umano come le opzioni più preferibili, seguite 
dal riutilizzo per l’alimentazione animale e dai sottoprodotti, dal riciclaggio (compreso il
 compostaggio) e recupero energetico, mentre lo smaltimento dei rifiuti in discarica dovrebbe essere considerato come ultima risorsa.

Nel 2016 la CE ha istituito la Piattaforma dell’UE sulle perdite e gli sprechi alimentari, un’iniziativa pubblica e privata coordinata dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (DG SANTE), che comprende le istituzioni, gli esperti e gli stakeholders dell’UE. La Piattaforma supporta tutti gli attori nella definizione delle misure di prevenzione dello spreco alimentare, nella condivisione delle migliori pratiche e nella valutazione dei progressi compiuti negli anni. Inoltre, la questione FLW fa parte della strategia dell’UE Farm to Fork pubblicata nel 2019, un programma che mira a raggiungere una produzione, lavorazione, distribuzione e consumo sostenibili insieme alla prevenzione delle FLW.

Il contesto normativo e culturale italiano da cui derivano le attività di FLW è legato alla gestione delle eccedenze alimentari e alla sua redistribuzione ai più bisognosi. In questo articolo
 sono descritte le azioni italiane legate al FLW e, in particolare, l’istituzione e lo sviluppo dell’Osservatorio Nazionale sulle Eccedenze, i Recuperi e gli Sprechi Alimentari (OERSA), un ente tecnico istituito sotto la guida scientifica del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’ Economia Agraria (CREA), l’istituto nazionale di ricerca responsabile per l’alimentazione, la nutrizione e l’agricoltura.

Le questioni affrontate:

(i) prima della costituzione dell’OERSA, qual’ era lo scenario in Italia riguardo al FLW, in particolare nelle diverse fasi della filiera agroalimentare.

(ii) quale processo è stato seguito nello sviluppo dell’OERSA e come potrebbe essere replicato in altri contesti.

(iii) in che modo il lavoro dell’OERSA ha contribuito ad affrontare
 il problema delle FLW in Italia e come è possibile sfruttare la raccolta dati e le metodologie dell’OERSA in ulteriori ricerche.

POLITICA E AZIONI ITALIANE SUL FLW: L’OSSERVATORIO NAZIONALE

Quadro normativo

L’Italia ha adottato un approccio consolidato verso la gestione delle eccedenze, redistribuzione ai bisognosi, codificata da un ben definito processo normativo originato dalla cosiddetta Legge del Buon Samaritano (155/2003). Questa legge ha semplificato le procedure di
 donazione alimentare supportando le organizzazioni senza scopo di lucro nella distribuzione di cibo in beneficienza. Nel 2016 è stato compiuto un importante passo avanti nel processo normativo con l’introduzione della Legge 166/2016 che in qualche modo ha anticipato le raccomandazioni dell’Agenda 2030 dei Paesi delle Nazioni Unite.

Questa legge prevede misure volte a favorire la redistribuzione delle eccedenze alimentari e farmaceutiche come azioni di solidarietà sociale attraverso la semplificazione di burocrazia, detrazioni fiscali e sussidi sia per donatori pubblici che privati. Gli obiettivi di questo atto normativo possono essere così riassunti:

  • Promuovere il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, in primis all’uomo, in particolare alle persone più bisognose.
  • Ridurre l’impatto ambientale dei FLW attraverso azioni che mirano a diminuire i rifiuti e aumentare il ciclo di vita dei prodotti attraverso il riutilizzo e il riciclaggio.
  • Sostenere le attività di ricerca e aumentare la consapevolezza dei consumatori e delle istituzioni, puntando sull’educazione giovanile.

L’ente italiano responsabile delle attività del FLW è il tavolo permanente per il contrasto allo spreco e la promozione dell’assistenza alimentare [Food Waste Permanent Table (FWPT)] coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Il FWPT organizza attività per ridurre lo spreco alimentare a livello nazionale con l’obiettivo di diffondere la conoscenza e condividere i dati tra gli attori chiave del sistema produttivo, gli esperti scientifici e la società nel suo complesso. Il FWPT comprende i rappresentanti di tutta la filiera (settore primario, manifatturiero, industria, commercio al dettaglio e servizi alimentari), rappresentanti di diversi Ministeri (Salute, Ambiente e Sviluppo Economico), organizzazioni caritative e Organizzazioni non Governative (ONG) che operano nel campo della distribuzione alimentare. In questo contesto, la Legge 166/2016 ha istituito l’Osservatorio Nazionale sulle Eccedenze, il Recupero e gli Sprechi Alimentari come entità tecnica indipendente con il compito di raccogliere e diffondere informazioni e statistiche, politiche e buone pratiche relative a (i) le eccedenze lungo la filiera alimentare, (ii) recupero e riutilizzo degli alimenti per il consumo umano; e (iii) sprechi alimentari a livello familiare.

Sviluppo dell’Osservatorio Nazionale OERSA

I primi passi nello sviluppo dell’OERSA sono consistiti in una valutazione comparativa delle azioni FLW dei membri del FWPT. Interviste individuali semistrutturate sono state rivolte ai principali rappresentanti del FWPT che hanno fornito documentazione, strategia e
 documenti politici, ove disponibili. Per le interviste semistrutturate è stato utilizzato un ampio quadro di domande aperte, consentendo di modellare e adattare il dialogo per seguire la linea delle aree tematiche più informative emerse dalle risposte dell’intervistato. Sulla base delle informazioni raccolte è stata prodotta una mappa delle iniziative FLW per identificare: le potenzialità e gli ostacoli ad un’ulteriore riduzione del FLW; gli attori e le parti interessate coinvolte lungo tutta la filiera alimentare; in generale, per ottenere una visione dello stadio di sviluppo delle politiche nazionali del FLW. È stata poi effettuata una valutazione del livello delle iniziative in termini di progetti e buone pratiche, compreso il grado di coinvolgimento delle comunità locali, la disponibilità di indicatori di impatto e dati di monitoraggio e il valore aggiunto dell’iniziativa. Le strategie e le buone pratiche generali per la prevenzione delle eccedenze e degli sprechi alimentari, le criticità, le pratiche di miglioramento sono riassunte nella Tabella 1.

La raccolta di questi dati ha permesso ai membri dell’OERSA di identificare in quale settore fosse necessario intraprendere ulteriori studi ed interventi. Di conseguenza, sono state sviluppate due direttive come guida per le azioni da attuare:

Azione direttiva 1: colmare le lacune informative

  • Raccolta dati e informazioni sul settore primario attraverso le Agenzie di Approvvigionamento Agricolo, a livello nazionale e regionale, effettuando un’indagine esplorativa sulle imprese del settore primario.
  • Raccolta di informazioni a livello di distribuzione e di consumatore.
  • Realizzazione di un’indagine esplorativa sul settore dei servizi di ristorazione.
  • Attuazione di indagini qualitative e quantitative presso i consumatori.

Azione Direttiva 2: Migliorare le politiche e le azioni di intervento

Realizzare programmi educativi volti ad aumentare la consapevolezza degli operatori della filiera alimentare e dei consumatori sull’importanza delle azioni preventive da stabilire, insieme alle misure di contrasto per la ridistribuzione e il recupero delle eccedenze alimentari. Sono state individuate altre due azioni volte a ridurre o prevenire il FLW durante la redistribuzione: l’ottimizzazione dell’uso di strumenti che garantiscono la corretta conservazione degli alimenti freschi e trasformati e il miglioramento della struttura logistica delle organizzazioni caritative.

RACCOMANDAZIONI ATTUABILI IN ITALIA

Principali risultati della raccolta dati OERSA

In conformità con queste due direttive di azione, durante i primi 2 anni di attività, l’OERSA ha effettuato una valutazione sullo spreco alimentare domestico e una valutazione delle eccedenze, perdite e sprechi di cibo nel settore primario (Azione direttiva 1). Queste attività erano considerate uno strumento prezioso per elaborare azioni politiche (Azione direttiva 2).

La misurazione dello spreco alimentare domestico dell’OERSA è stata la prima valutazione effettuata a livello nazionale con un campione di 1.142 famiglie rappresentativo delle famiglie italiane. Lo spreco di cibo è in media 370 g a settimana, una quantità in linea con quella dei Paesi Bassi (365 g/settimana) e progressivamente diversa da Germania (425 g/settimana), Ungheria (464 g/settimana) e Spagna (534 g/settimana). I prodotti deperibili, come frutta e verdura fresca, pane e bevande analcoliche, sono stati quelli con il più alto livello di rifiuti. I prodotti non utilizzati (43,2%) o parzialmente utilizzati (30,3%) sono state le categorie gettate più frequentemente.

Complessivamente le famiglie italiane hanno uno spreco alimentare di 399 kg/settimana (4,4% del peso del cibo complessivamente acquistato), corrispondente a un valore monetario di 1.052 € (3,8% della spesa alimentare complessiva, riferita ad acquisti di prodotti alimentari nei supermercati e nella grande distribuzione). Raggruppando i gruppi alimentari in base alla quantità, alla tipologia e al valore monetario dei rifiuti, si è visto che il prezzo incide sulla produzione di rifiuti alimentari, poiché minore è il costo unitario, maggiore è la quantità di rifiuti, più elevato è il costo unitario meno probabilità c’è che il prodotto sia buttato.

Gli studi dell’OERSA per la relazione del secondo anno si sono concentrati sulla produzione agricola.
 A questo scopo sono state effettuate due valutazioni. La prima è un’analisi effettuata su dati preesistenti sulle eccedenze agricole. I risultati hanno mostrato che nel 2017 circa il 3% della frutta e della verdura non è stata raccolta. Le perdite sono state maggiori nel settore della coltivazione degli ortaggi (4%) rispetto a quello della frutta (2,6%). I dati relativi alla frutta e alla verdura non raccolte variano in modo significativo per ogni prodotto e possono variare notevolmente a seconda del raccolto di ogni anno. Concentrarsi sulle singole colture è stato utile per identificare le produzioni più problematiche e ad alto rischio di squilibri di mercato. L’Organizzazione di Produttori (OP) che riunisce aziende agricole e cooperative, ha reso vantaggiosa e competitiva la prevenzione dele criticità generate
 dalle eccedenze alimentari e, quindi, anche dagli sprechi alimentari, nel caso in cui le eccedenze venivano distribuite ai più bisognosi. Nel 2017 sono state raccolte in eccedenza 32.237 tonnellate (0,3% della produzione) di frutta e verdura, la maggior parte delle quali (82%) sono state successivamente distribuite ai più bisognosi.

Considerata l’importanza delle OP nel sistema redistributivo, è stata fatta un’indagine sulle 17 OP. Sono state analizzate le quattro filiere della frutta con il maggiore eccesso di mercato (mele, kiwi, pesche e susine), per valutare la percentuale di produzione, le principali cause
 e i possibili interventi riguardanti la generazione di eccedenze alimentari. La tendenza a
 generare eccedenze alimentari è risultata maggiore per le prugne, minore per i kiwi e variabile per
 mele e pesche. Le OP hanno dichiarato che i motivi principali che hanno portato alle eccedenze alimentari sono stati i cambiamenti delle condizioni meteorologiche (86,1%), la presenza di parassiti
 o fitopatie (63,9%), oltre a problemi legati alla forma o alle dimensioni dei prodotti (61,1%). La principale destinazione delle eccedenze alimentari è stata la ridistribuzione umana (64,9%) 
seguita dalla distillazione (40,5%), dal compostaggio (35,1%) e dall’industria di trasformazione (18,9%). Questi dati dimostrano l’efficienza del sistema delle OP nel prevenire gli sprechi alimentari attraverso la ridistribuzione delle eccedenze ai poveri.

Durante la pandemia di coronavirus 2019 (COVID-19), vista l’eccezionalità della situazione, l’OERSA ha intrapreso una valutazione speciale per monitorare le abitudini alimentari dei consumatori italiani e per comprendere il loro atteggiamento nei confronti dello spreco alimentare. Il lockdown in Italia ha migliorato la qualità complessiva della dieta, ma ha avuto effetti negativi sia sulla quantità di cibo consumato che sui livelli di attività fisica con un generale aumento del peso corporeo ed un inasprimento dello stile di vita sedentario, già diffuso in Italia. Inoltre, ha evidenziato che quasi l’80% degli intervistati era sensibile allo spreco alimentare, segnalando la maggiore consapevolezza dei consumatori italiani sulle conseguenze negative dello spreco alimentare. Questi dati sono stati raccolti in un numero speciale (5).

Risultati pratici dell’OERSA

I dati raccolti dall’OERSA hanno fornito 
una valutazione di riferimento per un ulteriore monitoraggio e per migliorare le azioni politiche e di intervento. Il primo passo nello sviluppo delle raccomandazioni si è incentrato sulla consapevolezza dei consumatori, che è stato anche il principale settore della filiera alimentare analizzato. I risultati della valutazione hanno permesso all’OERSA di comprendere quali comportamenti fossero più strettamente legati allo spreco alimentare. L’elevata prevalenza di prodotti freschi buttati via è in linea con la percezione di non avere le idee chiare su come conservare correttamente questi alimenti. Oltre a ciò, lo spreco di cibo inutilizzato e parzialmente utilizzato piuttosto che la quantità di avanzi indica che i consumatori potrebbero aver avuto difficoltà nel capire se un prodotto fosse ancora commestibile, ma anche carenza di attrezzature o spazi
 adeguati per la conservazione del cibo. Un ruolo nella generazione di sprechi è giocato anche dal prezzo, considerato che i consumatori italiani tendevano a buttare via gli alimenti meno costosi e/o acquistati in quantità superiori al necessario.

Per l’elaborazione delle raccomandazioni e per le campagne di sensibilizzazione, sono stati utilizzati i seguenti strumenti di divulgazione:

  • Sito web: è stato creato il sito web ufficiale dell’OERSA (che sarà presto attivo) che descrive in dettaglio come è stata fondata l’OERSA, la sua missione e i suoi compiti principali. Il sito web è considerato il miglior strumento di comunicazione tra l’OERSA e tutti coloro che sono interessati al tema FLW. Inoltre, sul sito del CREA – centro alimentazione e nutrizione – è presente la sezione 1 che descrive brevemente il lavoro dell’OERSA con tutta la documentazione disponibile.
  • Aggiornamenti settimanali sui social network: L’OERSA ha creato un profilo su vari social, reti in cui vengono pubblicati contenuti scientifici. I profili Facebook e Instagram sono in italiano, mentre l’account Twitter è in inglese con 250 followers al momento della pubblicazione. L’idea alla base dell’utilizzo dei social networks è quella di coinvolgere più fasce di popolazione e di raggiungere un pubblico internazionale. Infatti, anche con contenuti sintetizzati e semplificati, il social network probabilmente permette una diffusione più immediata delle informazioni rispetto ai siti ufficiali.
  • La Seconda Edizione della Giornata Nazionale della Nutrizione realizzata nel 2019 è stata dedicata allo spreco alimentare ed è stata intitolata “Nutrinformazione: lo Spreco nel Piatto”. All’evento hanno partecipato rappresentanti di tutti i livelli della filiera, dal settore primario a quello della distribuzione, insieme a ricercatori accademici, rappresentanti dei ministeri e studenti. È stata un’occasione per
 condividere conoscenze ed esperienze e dimostrare un alto livello di interesse per il tema FLW. Inoltre per andare oltre le informazioni puramente accademiche e passare alla pratica, ad una scuola alberghiera coinvolta in progetti di prevenzione dello spreco alimentare è stato chiesto di preparare il pranzo utilizzando ricette a base di avanzi, dando un’idea diretta di come evitare gli sprechi.
  • Un capitolo dedicato al FLW è stato incluso nelle Linee Guida Dietetiche Alimentari Italiane aggiornate nel 2018 dal CREA Centro Ricerche Alimenti e Nutrizione (6). L’ultimo capitolo indica come debba essere preferita una dieta varia e sostenibile non solo per la salute, ma anche come prevenzione dello spreco alimentare.

L’osservatorio ha messo in atto diverse altre strategie di comunicazione volte a prevenire le FLW. Tra questi c’è il “Decalogo contro lo spreco alimentare”, un insieme di 10 raccomandazioni che
 possono essere pubblicizzate nelle scuole, in eventi e sessioni informative  (Figura 2).

FIGURA 2. Le 10 raccomandazioni formulate dall’OERSA per prevenire lo spreco alimentare da parte dei consumatori. 1) pianificare la spesa, accortezze nella preparazione e nella conservazione degli alimenti; 2) fare attenzione alle offerte speciali e alle maxi confezioni; 3) cucinare le giuste quantità di cibo; 4) informarsi sui programmi anti spreco della propria città per poter donare il proprio surplus alimentare a chi ne ha bisogno; 5) in occasione di feste e ricevimenti gratificare i propri ospiti con un dono gastronomico “avanzato”; 6) essere consapevoli della differenza tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” riportata sulla data di scadenza; 7) chiedere la doggybag al ristorante per portare a casa gli avanzi; 8) mangiare il giorno dopo quello che è avanzato o utilizzalo in nuove ricette; 9) si sprecano soprattutto prodotti freschi, limitare l’acquisto allo stretto necessario; 10) leggere attentamente l’etichetta, con particolare attenzione alle indicazioni sulla durata dei prodotti.

Un altro strumento educativo prodotto come raccomandazione attuabile per la prevenzione dello
 spreco alimentare è stato un opuscolo con ricette creative che mostrano come utilizzare cibi non più freschi rimasti nel frigorifero per un po’ di tempo e come preparare i pasti con gli avanzi (7).

In Italia, oltre all’OERSA, altri attori sono attivamente coinvolti nello sviluppo di strategie contro lo spreco alimentare.

  • L’Osservatorio Internazionale Waste Watcher è stato istituito nel 2013 come spin-off dell’Università di Bologna. Questo osservatorio ha fornito dati sullo spreco alimentare domestico e ha studiato i comportamenti dei consumatori in termini di gestione del cibo. Negli ultimi anni sono stati inseriti nella sua attività anche i temi dell’economia circolare e della sostenibilità. Una campagna nazionale di sensibilizzazione denominata “Zero Waste” che ha coinvolto esperti, sia del settore privato che pubblico, e cittadini, ha organizzato diverse attività con l’obiettivo di condividere le migliori pratiche nella prevenzione dello spreco alimentare e in generale, per ridurre lo spreco di acqua ed energia e ottimizzare l’uso del territorio.
  • L’Osservatorio sulla Sostenibilità Alimentare è stato istituito nel 2017 dalla School of Management del Politecnico di Milano e si occupa dell’analisi e della diffusione di 
buone pratiche di innovazione volte ad aumentare la sostenibilità della produzione, concentrandosi sul modello di economia circolare sul sistema agroalimentare e su un modello di filiera più sostenibile. Questo osservatorio conduce ricerche, campagne di sensibilizzazione e attività di promozione per gli attori dell’approvvigionamento alimentare.

CONCLUSIONI

Le iniziative dell’OERSA per affrontare il problema delle FLW rappresentano certamente una pietra miliare e una preziosa esperienza strettamente connessa non solo all’ambiente, ma anche all’alimentazione e alla nutrizione. L’OERSA continuerà il suo lavoro alla ricerca di proposte innovative e basate sulla cooperazione, volte a rendere la produzione più efficiente, in termini di riduzione delle perdite alimentari e di migliore gestione 
delle eccedenze alimentari, per ridurre l’impatto ambientale della filiera. Il lavoro sullo spreco alimentare a livello familiare e, in generale, a livello di consumatore è indissolubilmente legato al consumo alimentare, al comportamento alimentare e ad altri aspetti dietetici legati alla nutrizione e alla promozione di una dieta
 varia, sana e sostenibile. E che sia  BUONO, PULITO e GIUSTO per TUTTI.   (Mariagrazia Tripodi)

FONTI

1) https//www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/osservatorio-sugli-sprechi-alimentari

2) L’OSSERVATORIO SULLE ECCEDENZE, SUI RECUPERI E SUGLI SPRECHI ALIMENTARI. Ricognizione delle misure in Italia e proposte di sviluppo.

 https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/Osservatorio+CREA+O-ERSA+WEB.pdf

3) L’OSSERVATORIO SULLE ECCEDENZE, RECUPERI E SPRECHI ALIMENTARI. Le potenzialità del primario e del consumatore nella gestione delle eccedenze.

 https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/OERSA+2020+March21.pdf

4) F. Grant  and L.Rossi : THE ITALIAN OBSERVATORY ON FOOD SURPLUS, RECOVERY, AND WASTE: THE DEVELOPMENT PROCESS AND FUTURE ACHIEVEMENTS. Frontiers in Nutrition; 27 January 2022

5) L’IMPATTO DELL’EMERGENZA COVID-19 SULLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI NEL PERIODO DELLA QUARANTENA DI MARZO-APRILE 2020

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/ALIMENTAZIONE+E+COVID+OERSA+Special+Issue.pdf

6) LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE revisione 2018

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/LINEE-GUIDA+DEFINITIVO.pdf/

7) SPUNTI(NI)CREATIVI ANTO-SPRECO

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/Spunti%28ni%29+CREAtivi+GdN2+2019.pdf

 

 

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