Intervista al fondatore di Slow Food, piemontese come gli avi di Papa Francesco: “Convidido la sua visione dell’ecologia”. E a proposito dell’enciclica Laudato si’: “Uno scritto sociale che spiega come la sofferenza della Terra sia quella degli esseri umani, soprattutto dei più poveri”
Carlìn Petrini, chi è Papa Francesco?
“Un gigante che sta cambiando la Chiesa senza paura di restare solo, e senza temere le inevitabili divisioni“.
Una sera squillò il telefono, e in linea c’era proprio il Papa.
“Mai nella vita mi sarei aspettato una cosa del genere. È stata un’emozione fortissima, che ha subito lasciato il posto a un’intesa profonda e, se posso azzardare, a una vera amicizia“.
Papa Francesco e Carlin Petrini
Vi siete visti diverse volte e poi ne è anche nato un libro, “Terrafutura”. Cos’è?
“Bergoglio ha scritto l’enciclica Laudato si’ parlando di ecologia integrale, ben oltre l’ambientalismo. Si tratta di uno scritto sociale che spiega come la sofferenza della Terra sia quella degli esseri umani, soprattutto dei più poveri. Mi trovo in totale sintonia con lui, che vedo quasi come un viandante di Terra Madre, animato da una sapienza contadina“.
La stessa delle vostre famose nonne?
“Sì. Le nonne furono uno dei nostri primi argomenti di dialogo. La sua, intrisa di saggezza piemontese, ripeteva che il sudario non ha le tasche e che non ha senso vivere per accumulare; la mia era religiosissima, ma condivideva le idee di un marito comunista. Il Papa sa bene che la sapienza conta più della cultura: sapere cos’è giusto fare, non sapere e basta“.
Carlin Petrini in Vaticano con Papa Francesco (afp)
È vero che tra voi parlate in dialetto?
“Francesco conosce e ricorda moltissimi termini della lingua degli avi, è bello chiacchierare così, ed è bello farci dei regali: io gli mando i tajarìn e gli agnolotti del plin del nostro Piemonte, lui mi spedisce dei rosari. Mi chiama l’agnostico pio“.
Crede che l’allarme di Papa Francesco sulla cura della Terra sarà ascoltato?
“Non abbiamo scelta, perché ci troviamo già sull’orlo del baratro: il disastro incombe, possiamo soltanto contenerlo. L’emergenza climatica è una clamorosa evidenza, e la patisce soprattutto il Sud del mondo che ne è il meno responsabile. Il Papa lo sa bene, e non si stanca di ripeterlo“.