Come recita un celebre aforisma di George Bernard Shaw “Le cose più beIle della vita o sono immorali o sono illegali o fanno ingrassare”.
Dopo la pandemia è cresciuta la consapevolezza di quanto sia importante alimentarsi in modo sano
Proprio per quest’ultimo riferimento il cibo spesso è visto come un grande nemico capace di farci ammalare e sottrarre gioia al vivere. Gli anni del Covid-19 hanno fatto percepire differentemente il concetto di sano perché tutto è passato attraverso il filtro della malattia e della paura del futuro, che la corsa agli accaparramenti ha sottolineato.
La priorità è diventata rafforzare il sistema immunitario con una sana e appropriata alimentazione. Possiamo definire questo nuovo modo di percepire il cibo oltre che come nutrimento, buono anche per rafforzare il sistema immunitario e ridonare quella gioia di vivere, schiacciata dalla pandemia, per un lungo periodo. Il mondo della nutrizione e della salute intraprenderà un trend globale: la nutrizione positiva. In questo trend ci rientrano ad esempio le bibite con dolcificanti a cui ora si preferiscono quelle più salutari e più ricche di nutrienti. Snack e spezza fame, che senza mortificare il sapore, sono più ricchi di proteine e fibre. Si nota nella tendenza l’aggiunta di proteine ovunque anche nel cioccolato (che senza latte è naturalmente privo di proteine). Uno studio di settore riporta che addirittura il 49% dei consumatori tedeschi di snack bar vorrebbe trovarli ad alto contenuto proteico, quindi esiste una domanda che il mercato tende a soddisfare. Ricordiamo però che qualsiasi nutriente ha dei range che stabiliscono con esattezza i limiti in eccesso e in difetto. Tutto ciò vale anche per le proteine un eccesso proteico danneggia i reni, quindi non si può, per moda, “adattarsi”.
In ogni caso il contenuto di tutti i prodotti dovrà essere chiaro e leggibile in etichetta. È un modo per responsabilizzare il consumatore ma anche per fornire strumenti di consapevolezza. Oggi questo concetto è passato e il consumatore in qualche modo lo pretende e ciò dovrà essere soddisfatto dotando le etichette di informazioni chiare e comprensibili. Sicuramente il consumatore cerca alimenti sani, naturali e probiotici che aiutino il microbiota intestinale a lavorare bene e a non essere danneggiato rinforzando il sistema immunitario. Il trend è verso alimenti postbiotici capaci cioè di innescare, anche dopo, la salute dell’apparato digerente. I postbiotici sono prodotti di derivazione batterica ottenuti con processi di fermentazione di matrici alimentari, come ad esempio l’acido butirrico. Il loro impiego si è rivelato utile contro le infiammazioni e le infezioni croniche. Questi batteri sembra migliorino la risposta immunitaria del rivestimento del colon. Si pensa che alcuni batteri buoni siano capaci di impedire a quelli cattivi di entrare nel flusso sanguigno mentre stimolano il sistema immunitario.
Molti studi hanno confermato il legame tra microbiota e patologie croniche. Questo atteggiamento verso il naturale e l’altamente biologico sembra stridere con gli “Imitation Food” ovvero cibi che imitano quelli naturali come la carne sintetica, il latte, i formaggi, persino uova, ma stavolta in forma liquida, utili per fare uova strapazzate. È questa una tipologia di alimenti frutto di alchimie chimiche che nulla hanno di naturale. In altre parole, nuovo non significa necessariamente buono, mentre il buono è sempre sinonimo di alimentazione positiva ed è foriero di buona salute e buon umore, con buona pace di G.B. Shaw. Fonte: laRepubblica, Giorgio e Caterina Calabrese, 10.01.2023