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Gen 01 2023

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L’OROSCOPO NEL BICCHIERE: ECCO CHE VINO SCEGLIERE NEL 2023

L’affinità tra una bottiglia e la personalità astrale di ogni individuo: dallo studio di Andrea Gori e Giulio Graglia tutti gli abbinamenti perfetti

C’è un vino adatto a ogni segno zodiacale, o almeno a ogni carattere e personalità che viene individuata dalla nascita e dai movimenti delle stelle. E possiamo dire che è un dato di fatto, o almeno così sostengono Andrea Gori e Giulia Graglia (autori di Divinando Le Stelle Nel Bicchiere) che lo scorso anno, in occasione delle celebrazioni dell’Anno del Cortese, sono stati chiamati dal Consorzio Tutela del Gavi a trovare le similitudini tra vini e segni zodiacali. Ma prima di tutto dovremo fare delle distinzioni tra gruppi di segni “simili” per impeto, e quindi per tipologia di vino. Perché per quante siano le sfumature dei singoli vitigni ed etichette, tutti sono guidati da una denominazione, o da un cappello astrale che è il segno zodiacale.

Segni cardinali: Ariete, Cancro, Bilancia e Capricorno 

Questi segni sono gli “apripista” delle quattro stagioni e chi appartiene a questi segni ha coraggio da vendere, l’impulsività e la capacità di non avere paura davanti alle novità, amano qualsiasi cosa sia nuovo e inesplorato. Amano i vini da invecchiamento, irruenti nelle annate giovani, danno il loro meglio dopo un lungo periodo in barrique o semplicemente aspettando, caratteristica che per questi segni è davvero difficile da interiorizzare e per la legge del contrappasso (o se vuoi dell’abbinamento per contrapposizione), amano nei vini. Ma non pensate che riusciranno ad aspettare: è più facile che alla fine si sentano più a loro agio con un Barbaresco giovane con con un Barolo impomatato.

Segni Fissi: Toro, Leone, Scorpione, Acquario 

Questi segni amano la solidità, le certezze, odiano i cambiamenti (soprattutto se repentini) e adorano crogiolarsi nelle loro certezze, in modo da apparire solidi e ben ancorati a quelle caratteristiche che li hanno resi famosi in tutto lo zodiaco. Nel tempo questi segni migliorano e diventano più mansueti e dolci, esattamente come fanno i vini riserva. Amano comprare vini importanti, blasonati e osservarli nella loro collezione, a volte dimenticandoseli, o aprendoli per le occasioni davvero importanti. Un Chianti Riserva o un prezioso Amarone li faranno felici.

Segni Mobili: Gemelli, Vergine, Sagittario, Pesci

I segni mobili vogliono “andare oltre”, infatti caratterizzano la fine della stagione, il che li rende perennemente proiettati verso quella successiva (e quindi nel futuro). Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci faticano a stare fermi, perennemente travolti dal bisogno di comunicare, esprimersi, scoprire e conoscere, in un certo senso andare, non si sa però verso dove o quale sia la loro meta. Amano quindi le irruente bollicine o i vini schietti, sinceri, poco strutturati, come loro, in abbinamento di concordanza.

La masseria Varvaglione 

Ariete

Primitivo: ecco il vitigno giusto per un ariete “straripante” che caratterizza tre regioni così diverse tra loro come la Puglia, la Croazia e la California? Le parentele tra il Primitivo di Manduria, lo Zinfandel nordamericano e il Plavac Mali croato sono ormai certe in quanto tutti e tre discendono dal “primitivo” impronunciabile Crljenak kaštekanski, vitigno ormai perduto ma sempre nei secoli sinonimo di vini rossi di qualità, molto fruttati, ricchi di color, alcol e struttura. E per lo spumeggiante ariete consigliamo la linea natalizia di Varvaglione 12eMezzo, colorata, estrosa, scanzonata, dove un QR Code rimanda a una playlist creata ad hoc su Spotify dall’azienda vinicola, per ascoltare tutte le versioni dei brani natalizi più amati. Perché ariete, diciamocelo, a te piace, nel profondo, tutta questa aria di festa.

Toro

Il legame dei nati sotto questo segno con la natura lo porta a prediligere i prodotti della terra, con un’attenzione particolare per le specificità territoriali ecco perché sono perfetti i vini eroici con quelli dell’Alto Adige, o quelli meno conosciuti come il Gavi. Inoltre, essendo un segno primaverile, momento in cui la natura si risveglia, il toro è anche molto interessato alla stagionalità dei prodotti. Il suo legame con la terra lo porta poi ad avere un atteggiamento di devozione nei confronti della tradizione, così risulterà più attratto dalle ricette della nonna che dalle rivisitazioni, pronto a commuoversi quando riesce a ritrovare un piatto regionale che sembrava sparito dalle tavole dei ristoranti. Anche con il vino ha lo stesso rapporto, convinto com’è che in ogni zona debbano essere coltivati i vitigni storici e non piantate vigne che arrivano da fuori; non gli interessa che le bottiglie siano troppo raffinate e il loro contenuto morbido e ammiccante: quello che deve emergere, perché un vino gli piaccia, è il territorio, che può anche avere caratteristiche spigolose o brusche, ma non mente mai sulla propria genuinità. Per lui è perfetto il “Michei di Michei” Pinot Nero che nasce al Maso Michei, sintesi perfetta della viticoltura eroica d’alta montagna della cantina Hofstätter o il Villa Sparina Gavi DOCG.

Gemelli

Il Gemelli è il segno della contraddizione per eccellenza e cosa ci può essere di più contraddittorio di un vino prodotto in centinaia di milioni di litri diffuso in tutto il mondo che viene però celebrato di recente dai più grandi giornalisti e gourmet italiani? Vuoi per merito del sempre basso alcol (che adesso è tornato di moda), vuoi per il suo legame forte con la tradizione, vuoi soprattutto per il coraggio di molti produttori nell’investire nella tipologia e produrre vini più ricercati, con uve più selezionate e con prodotti più particolari ecco che pare essersi inaugurata una stagione nuova per il Lambrusco. Vitigno e vino gemelli per antonomasia visto anche la sua allegria e la sua brillantezza diremmo quasi proverbiali. Senza contare che i gemelli del Lambrusco in realtà sarebbero tre…e addirittura quattro! E per confondere ancora di più il Gemelli consigliamo tra i primi metodo classico da uve Lambrusco Grasparossa di Cantina Settecani.

Cancro

Come il Cancro, la Vernaccia è sensibile, leale e generosa ma ha una grande vulnerabilità  per la slealtà altrui e se guardiamo gli ultimi decenni di questa denominazione. Troviamo la Vernaccia (come vitigno ma anche come vino), sepolta da ovvietà e scorciatoie semplici per produrre vini piacevoli immediati da vendere ai turisti e poco più. In effetti si tratta di un vino dal profilo piuttosto semplice ma netto, riconoscibile per una vena minerale-gessoso e speziato (come non sentirci evocate le note di zafferano?) che sottende sempre ad un floreale bellissimo (ginestra e gelsomino) e un fruttato di pesca che emerge nei vini più intensi. Oppure una doc poco conosciuta, talora distrattata come il Circeo Doc Rosso, al cancro piacerà il Riflessi Rosso di Cantina Sant’Andrea, un nome molto romantico.

La cantina Meroni 

Leone

Il Fiano è forse, dei vitigni d’Irpinia (Greco di Tufo, Aglianico e Fiano, appunto) quello che più ne incarna lo spirito e ne mostra le potenzialità ancora inespresse. E certamente è quello più Leone con la sua marcatura potente di sole e di energia che nel bicchiere si fa di volta in volta evidente ed esuberante e più elegante e leggiadra come certi movimenti felini. Caro leone, per te è perfetto il Fiano di Avellino DOCG di Feudi di San Gregorio. Però il leone, re della foresta, ama anche l’opulenza e la morbidezza di un amarone d’annata, forte, deciso, dal retrogusto che solletica l’ego (diciamolo, enorme) del felino più importante di tutti. Ecco perché consigliamo per una cena dove farsi riconoscere come capo famiglia, capo di lavoro o capo branco l’Aurem Acinum, Amarone della Valpolicella Docg 2016 Tenuta Valleselle di Tinazzi o il Velluto (cosa c’è di meglio per un re?) Amarone Riserva 2012 dell’azienda agricola Meroni.

Firriato Cavanera 

Vergine

Se invitate il vostro migliore amico, che guarda caso è della vergine, a casa vostra per cena, e fuori tira un bel vento autunnale, fategli trovare in tavola una bistecca cotta sulla piastra assieme a una porzione di patate con il prezzemolo. Non vedendo intingoli strani inizierà a mangiare con il buonumore, che aumenterà non appena assaggerà il vino che avete scelto per lui: un Teroldego Rotaliano di qualche anno. È un vino schietto, senza troppi fronzoli e con una gradazione alcolica contenuta: il vostro amico capirà che gli assomiglia e si sentirà subito a proprio agio. Chissà che per una volta non si lasci andare a una bella e sostanziosa bevuta! Se invece portate a cena la fidanzata della vergine in riva al mare, consigliatele un dentice all’acquapazza e scegliete una bottiglia di Carricante: l’impatto rigoroso e teso, quasi nordico, la farà sentire a proprio agio, così non si renderà nemmeno conto che il carattere siciliano del vino piano piano si farà strada e la contagerà, facendole abbandonare ogni diffidenza. Per lei provate Le Sabbie dell’Etna Bianco Doc 2021 di Firriato, blend di Carricante e di Catarratto.

I vigneti di Cantina Pala 

Bilancia

Siamo a fine estate, volete regalare alla vostra amica della Bilancia una serata di commiato dalle vacanze e pensate a una cena a base di pesce. Non optate per un ristorante che faccia solo fritti e grigliate, ma scegliete uno chef che ci sappia fare con molluschi gratinati, ravioli di pesce e rombo in crosta di patate; meglio se, assieme al corso di cucina ne ha fatto anche di design! Lo stesso valga per il maitre: se ha sistemato il pane con attenzione e mette subito la bottiglia nella glacette, allora parte con il piede giusto. A proposito di bottiglia: in questo caso ordinate per la vostra amica un bianco che le lascerà un bel ricordo dell’estate e non la scombussolerà con tratti bruschi, come un bel Vermentino di Sardegna Stellato Pala 2021 (neanche a farlo a posta questo è il nome del vino).

Scorpione

Il loro vino d’elezione è un Aglianico del Vulture, sotterraneo, lavico, nascosto, che si rivela lentamente e può essere apprezzato soltanto da persone che abbiano il palato adatto a coglierne la potenza e le sfumature. Oppure una Vernaccia di San Giminiano o un Bianco di Torgiano Doc, che riesce a stemperare la loro serietà e a dare un tocco di leggerezza alla loro forza. Da provare quello Torre di Giano di Lungarotti. Oppure, per rimanere nella terra delle streghe e dell’oscurità, del mistero e del nascosto che tanto piace allo scorpione, ecco il Sannio DOC Janare Aglianico 2020 La Guardiense.

Sagittario

Magari a molti di voi il Cannonau significa solo e soltanto vacanze in Sardegna, meta preferita di molti italiani e stranieri, un vino locale da bere d’estate e poco più, nonostante la gradazione e il corpo spesso siano importanti, e magari spesso avete aperto una bottiglia di un onesto Sella e Mosca con i suoi sentori particolari di macchia mediterranea, frutta nera molto matura e leggera e intrigante nota selvatica. Però sarebbe un peccato pensarlo come un vino “solamente” sardo e soprattutto banalmente un vino corposo potente e alcolico da porceddu. Da buon sagittario e quindi viaggiatore il Cannonau ha infatti una diffusione mondiale talmente vasta da essere il vino più diffuso al mondo tra quelli a bacca rossa. Sull’isola dei Nuraghi è giunto via mare, trasportato dai Fenici forse in tempi ancestrali e recentemente di nuovo dagli spagnoli che impiantarono nella regione un clone della loro garnacha, che in Maremma Toscana viene chiamata Alicante (ed entra nel famoso Morellino di Scansano insieme al Sangiovese), e che in Francia è chiamata grenache ed è uno dei vitigni più importanti dei vini del Rodano meridionale come il celeberrimo Chateneuf du Pape (se ve lo state chiedendo, sì, il vino si chiama così perché la zona è quella di Avignone, quella della famosa “cattività avignonese” del Papa). Il sagittario apprezzerà Nau Cannonau di Sardegna DOC di Mora&Memo.

Capricorno

Siete in pieno inverno, la stagione del Capricorno, e avete deciso di invitare a casa vostra per cena il vostro migliore amico, nato proprio sotto quel segno. Sapete che è in un momento di grande sforzo sia mentale che fisico, perché sta preparando un esame difficile per il dottorato e dorme poche ore per notte: preparategli delle pietanze che lo riempiano di energia e di buon umore e cercate di insistere perché si colmi il piatto, anche se lui dirà sempre che preferisce mangiare poco. Coccolatelo con una zuppa di verdura e legumi, magari cotta con cotenna e zampini di maiale, e finite la cena con un flan di cardi gobbi e topinambur con una fonduta della Valle d’Aosta: sono tutti ingredienti che gli faranno ricordare che un tempo la vita era difficile e che ci si nutriva con i pochi alimenti che la stagione concedeva. Si sentirà a posto con la coscienza e apprezzerà ancora di più il vino che gli avrete messo davanti, un Sagrantino di Montefalco, anche se non ne berrà più di due bicchieri. Perfetto quello di Terre De La Custodia.

La cantina Hofstatter 

Acquario

Il segno dell’immaginazione e solitamente accompagnato da una forte intelligenza e della libertà, l’acquario vive più nel futuro che nel presente (e certo non nel passato). Ecco perché ama le novità e la sua estrema curiosità lo porta a sperimentare, anche in cucina. Ma apprezzano molto le persone socievoli e con tanti amici. Consigliatele di prendere una margherita con aggiunta di ricotta di bufala e speck altoatesino e poi non ordinate la solita media, ma fatevi mettere in fresco prima una bottiglia di Ribolla Gialla del Collio. Provate quella ‘Myo’ Zorzettig 2020 o la Ribolla Spumanti di Aganis.

Pesci

Le sue note caratteristiche, da prendere con le molle perché ogni comune e vigneto nel Barbaresco spesso fa storia a sé, sono in gioventù note quasi balsamiche intense come di sandalo e liquirizia, cedro e cannella, fragola e lampone, rosa, e un leggero ematico (quasi come sangue), ma sono un po’ scorbutici da bere con sensazioni un po’ di acerbo e di rugosità nel palato. Con qualche anno sulle spalle si arricchiscono di  note di caramella inglese, resina di pino,  timo, dragoncello, cumino, note dolci di pasta di mandorla, frutta di bosco, china, alloro, pepe e la bocca diviene  splendida, profonda ricca, morbida. Una bocca che sa farsi comprensiva e sensibile come un vero Pesci. Ma attenzione a pensare di conoscerlo bene e a fondo, il Barbaresco è sensibile delicato ma ricco di sfaccettature comprensibili solo a chi ha davvero voglia di conoscerlo a fondo. Perfetto quindi il Barbaresco.   Fonte:  laRepubblica, IL GUSTO, Camilla Rocca, 01.01.2023

 

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