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Nov 10 2022

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E NELLA NUVOLA DI ROMA LA CUCINA PARLA DI RIGENERAZIONE

La nona edizione della manifestazione Excellence: 80 chef, con il loro cooking show, ma anche artigiani e produttori. Il ministro Lollobrigida: “L’Italia punti su qualità e non su quantità

 “Rigenerazione è una parola meravigliosa perché proietta verso il futuro. Significa migliorare quello che abbiamo trovato, in tutti i sensi, come ristoratore e chef mi è venuto spontaneo pensare alla sostenibilità e all’agricoltura”. Così lo chef del ristorante tre stelle Michelin La Pergola, Heinz Beck, ha introdotto il tema della nona edizione di Excellence in corso a Roma fino a sabato al Convention Center La Nuvola. “L’agricoltura è alla base di ciò che trasformiamo in piatti, da anni al ristorante ci avvaliamo di prodotti da agricoltura biodinamica e rigenerativa. La nuova frontiera è questa perché si impiegano i boschi per migliorare ancora i terreni, scienza e tecnologia non vengono usate come fertilizzanti ma come tecniche per rende di nuovo i terreni ambienti perfetti che diano frutti migliori, sia nel senso del gusto che dei micronutrienti”.

Tre giorni di kermesse voluti e organizzati dai fratelli editori Ciccotti, Pietro e Claudio, sostenuti da tante istituzioni a partire dalla collaborazione con la Regione Lazio e l’Arsial, ma anche da partner di categoria e sponsor extrasettore. “Continuo a pensare di essere un editore – dichiara Pietro Ciccotti – Creo contenuti attraverso un evento come Excellence, questo è un modo di fare editoria. Il mio modo di fare editoria”. Giornate con un variegato calendario di appuntamenti per confrontarsi con pubblico, aziende e chef, tra talk show, seminari e cooking show. “Saranno 80 gli chef – alcuni di loro da ristoranti stellati – che realizzeranno piatti durante i cooking show con prodotti degli stand presenti e stand istituzionali che presenteranno i loro progetti” durante questa manifestazione “pensata per il B2B ma estesa al pubblico”.

Il tema della rigenerazione è venuto facile, quasi spontaneo – ha proseguito Ciccotti – Abbiamo creato un centro di rigenerazione urbana con il nostro centro di cultura enogastronomia vicino alla stazione Tiburtina, un contenitore di idee sul food. Abbiamo pensato che come noi da un punto di vista immobiliare e dei contenuti abbiamo sviluppato il tema della rigenerazione, anche gli chef e gli addetti ai lavori potessero sviluppare. Tutti le ricette degli chef sono ispirate alla rigenerazione, ognuno ha interpretato il tema a proprio modo”. Duecento le aziende presenti negli stand espositivi dove è possibile degustare, in alcuni anche acquistare, il 60% provenienti dalla regione Lazio hanno aderito grazie a un bando indetto dall’agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura, Arsiale o. “Con la Regione Lazio il rapporto si è sviluppato in questi anni, e credo che questa sia la testimonianza di come pubblico e privato possano collaborare. Siamo un esempio concreto, siamo uno strumento per promuovere le aziende che seguono Arsial, poi c’è anche Lazio Innova con le start up innovative”.

Sul palco dell’inaugurazione anche il neo ministro Francesco Lollobrigida, titolare del dicastero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e Forestale: “La qualità è l’elemento su cui ancora possiamo competere, l’Italia non è una nazione che compete sulla quantità. Abbiamo un po’ abbandonato il settore industriale e depotenziati alcuni asset che erano strategici e immaginavamo non ci mettessero nella condizione, come in questi mesi abbiamo riscontrato, di avere un’indipendenza relativa su alcuni elementi come energetico e agroalimentare”. Il ministro ha risposto, anche in questa occasione, a una sollecitazione giunta da più fronti negli ultimi giorni sul cambiamento del nome del ministero: “Sovranità alimentare non è autarchia. Siamo un paese esportatore, dobbiamo produrre e produrre in termini di qualità, ed esportarla. Significa che mangiamo solo le cose che produciamo noi? Assolutamente no, la sovranità alimentare è oggetto di dibattito per tante nazioni. C’è una degenerazione della globalizzazione secondo la quale non è più importante quello che mangi, ma produrre e garantire cibo. Noi pensiamo che bisogna produrre cibo di qualità, questo è l’elemento che dobbiamo offrire e l’appropriazione del diritto di produrre cibo di qualità con filiere che lo permettano è essenziale per lo sviluppo di un’economia sana, che mantenga inalterati i valori connessi a quella tipologia. La produzione agricola non è solo produzione di reddito, è anche cultura, tradizione, possibilità di respingere abbandono delle campagne che produce dissesti idrogeologici che provocano danni”.

Un intervento diretto che lo ha visto spaziare sui temi europei e sulle innovazioni del settore agroalimentare: “Non mi arrendo all’idea che invece di bistecche che provengono da allevamenti sani e che curano il benessere animale, fra poco vi troviate a dover cucinare bistecche prodotte in laboratorio. Questa cosa, per quanto riguarda il governo, è una di quelle su cui dovremmo dire: fermatevi! Penso che in laboratorio non si debba produrre il cibo da dare ai nostri figli, ai nostri consumatori”.   Fonte: laRepubblica, IL GUSTO, Giulia Mancini, 10.11.2022

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