Comprare bottiglie preziose è un azzardo ma anche un grande investimento. Come diceva l’avvocato Agnelli, se si investe sul vino la cosa peggiore che può succedere è che si abbiano in cantina ottime cose da bere
Jill Burrow da Pexels
Il valore economico dell’enogastronomia si misura in punti di PIL, in alimenti usati come strumento di guerra, in valorizzazione del territorio che si trasforma in turismo. Si misura in aziende e lavoratori che possono beneficiarne, e in comunicazione. Ma c’è un aspetto del valore di questo settore che non teniamo in considerazione così spesso, e invece è intrigante e sta prendendo sempre più piede. Parliamo delle aste, che hanno da alcuni anni tanto vino al centro, ma si stanno aprendo anche ad altri settori del cibo e sono una realtà sempre più rappresentativa di un fenomeno che non si può davvero più solo relegare al mondo ristorativo o domestico. Il cibo e il vino hanno dimostrato nel tempo, e sempre di più negli ultimi anni, quando siano determinanti per il Paese e per la sua crescita. E stanno modificando la loro struttura, cambiando pelle al cambiare delle circostanze e delle situazioni, adeguandosi al mondo che muta con una velocità e una capacità di reazione superiori a qualunque altra categoria.
E lo capiamo proprio con le aste: dopo aver sedotto collezionisti con opere d’arte, fotografie d’autore, gioielli e moda, è ora la volta di vini, spirits e affini. Da Christie’s le aste del vino sono ormai una solida certezza. E lo scorso dicembre l’asta Finest and Rarest Wines & Spirits a Londra ha realizzato un totale di 8.949.700 euro, il valore più alto mai battuto da Christie’s per la categoria. L’asta ha raggiunto un tasso di vendita del 95% per lotto e del 98% per valore e ha visto una partecipazione globale da 27 paesi, in 4 continenti, con offerte vivaci in sala, al telefono e online nel corso dei due giorni di vendita. La prima asta di vini in Italia della storica casa londinese è del 2001, ma allora era davvero un fenomeno di nicchia, solo per collezionisti appassionatissimi. In quell’occasione sono stati venduti 800 lotti dei migliori e più rari vini italiani per un valore complessivo di 700.000 euro e già allora Thomas Hudson, responsabile Christie’s delle aste di vino in Europa, spiegava come fosse una scelta dovuta alla crescita del ruolo dell’Italia come produttrice di vini di qualità mondiale e l’importanza in particolare del Nord Italia come centro del commercio internazionale di vini di qualità.
Da allora in molti hanno seguito l’esempio e tante aste si sono susseguite. Come emerge dal Catawiki Report 2021, l’analisi realizzata da una delle principali piattaforme di aste online in Europa, la categoria dello champagne ha registrato l’anno scorso un tasso di crescita in termini di bottiglie vendute che sfiora il 60% rispetto all’anno precedente. Il volume degli acquisti dei consumatori italiani nel 2021 ha superato i 100 milioni di euro, con una spesa media di circa 1.000 euro. Gli italiani che hanno fatto un’offerta sono stati oltre 230mila, il 55% dei quali per la prima volta.
Un giro d’affari mondiale che valorizza il prodotto italiano, anche se la Francia rimane tra le regioni più apprezzate dai collezionisti. Due le possibilità, per chi vuole comprare vino e spirits: le aste online di più facile accesso e con prodotti meno esclusivi, e quelle delle case d’aste tradizionali dove trovare bottiglie o collezioni di gran pregio.
La realtà è sempre più differenziata e le aziende più dinamiche e giovani cercano di farsi strada, affiancando alle aste tradizionali dei servizi sempre più utili a chi vende, a chi compra e a chi vuole sognare.
Crurated, start-up nata nel 2020 dalla visione di un manager italiano appassionato di vino, Alfonso De Gaetano, è una piattaforma che permette di comprare i migliori vini delle cantine di Borgogna, Bordeaux, Champagne, Toscana e Piemonte, garantendo provenienza e tracciabilità attraverso l’utilizzo delle tecnologie di blockchain e NFT. Le bottiglie possono essere stoccate presso il magazzino a porto franco, per un tempo indeterminato. Un servizio molto apprezzato dai clienti. Il meccanismo di vendita prevede che ciascun membro possa effettuare un’offerta in busta chiusa, e le offerte migliori verranno premiate – come in una tradizionale asta – con l’assegnazione del lotto conteso. Il prossimo appuntamento si terrà dal 26 settembre al 2 ottobre e alcune aziende vinicole sono direttamente coinvolte, per rendere queste aste ancora più interessanti dal punto di vista enologico. La tenuta Argiano, fondatrice alla nascita del Consorzio del Brunello di Montalcino e dal 2019 prima azienda plastic free di Montalcino offrirà una visita guidata alla propria cantina, seguita da un aperitivo e una cena nel ristorante Ara Jani, dove un esperto enologo guiderà la degustazione dei migliori vini dell’azienda.
Creata nel 2000 e con sedi a Parigi, Bordeaux e Hong Kong, iDealwine è invece una PMI francese diventata in poco tempo la piattaforma online di riferimento per le aste di vini pregiati e per la valutazione dei Grand Cru. Per completare l’offerta di vini rari venduti all’asta, iDealwine propone anche un’ampia selezione disponibile per l’acquisto diretto costantemente rinnovata e arricchita grazie a una rete di quasi ottocento produttori e un’offerta di vini d’annata provenienti invece dall’acquisto di collezioni private. iDealwine riunisce oggi una comunità di 650.000 amanti del vino, che sulla piattaforma acquistano vini, li rivendono o gestiscono la loro cantina. Il gruppo conta oggi tra le sue filiali e partecipate la società IWA (International Wine Auction) – Società d’Aste -, la maison de négoce LMGV Bordeaux e la piattaforma Fine Spirits Auction, in partenariato con La Maison du Whisky. Ma non si limita all’acquisto diretto e alle aste, e fin dalla sua creazione offre ai clienti degli strumenti essenziali per poter scoprire e monitorare il valore dei vini nel corso del tempo. E questi giovani e brillanti francesi danno ai loro clienti anche la Cote iDealwine®, indici di mercato che permettono di monitorare il valore di oltre 80.000 vini (uno strumento di analisi paragonabile agli indici Liv-ex); gli Auction Report: report mensili sulle tendenze del mercato dei vini pregiati, regione per regione; e soprattutto il Barometro iDealwine: un report annuale contenente un’analisi dettagliata sulle tendenze del mercato attuali e future.
Questo barometro permette di identificare le tendenze per gli anni a venire e questo grazie a un sofisticato algoritmo che tiene conto dei risultati d’aggiudicazione. Le statistiche e le analisi ottenute con i risultati delle aste hanno permesso, ad esempio, di identificare già nel 2020 il fenomeno Bizot o di preannunciare, già da diversi anni, la capacità dei grandi vini italiani di poter competere con i Grand Cru francesi e questo anche nella loro terra natale, nonché la tendenza sempre più marcata verso i vini prodotti nel rispetto dell’ambiente. Come vanno gli italiani su questa piattaforma? Benissimo, tanto che l’azienda ha deciso di aprirsi sempre di più al nostro mercato e sta accrescendo sensibilmente la presenza dei vini prodotti nel nostro Paese e a disposizione dei clienti di tutto il mondo. Le zone più interessanti? Piemonte e Toscana sono da tempo una riferimento certo, ma sempre di più ci sono piccole realtà in crescita: Oltrepò, Valtellina e Abruzzo sono le nuove zone da tenere d’occhio. Ci rimane sempre il dubbio su che cosa farà chi compra queste bottiglie: le compra per berle o per collezionarle e avere il privilegio di tenerle in cantina? A differenza di quello che succede per altri oggetti del desiderio, la conservazione è determinante, e anche la variabile tempo è fondamentale. Perché un vino non è eterno, e aprirlo nel momento di massimo splendore è una esperienza quasi esoterica, perché spesso la sua longevità dipende da troppi fattori per poterla determinare scientificamente. «Ma alla fine, è quello il bello: quel sottile rischio che rende tutto ancora più emozionante» ci raccontano dall’azienda. E in effetti, come non essere d’accordo? Fonte: Linkiesta, Gastronomka, Anna Prandoni, 27.09.2022