Il fondatore di Slow Food presenta la prima edizione della fiera, dal 27 al 29 marzo a Bologna: “E’ giunto il momento di lasciare spazio alla cooperazione e alla condivisione fra produttori, consumatori e tutti i cittadini”
Basta con il consumismo compulsivo e con la competizione sfrenata. Se c’è una cosa che la pandemia ha dimostrato è che la cooperazione fra cittadini e imprese è la strategia vincente. Carlo Petrini, coerente a se stesso, non usa mezzi termini. E smuove gli animi nel corso dell’intervento in cui presenta la prima edizione di Sana Slow Wine Fair, l’appuntamento dedicato al vino che si terrà dal 27 al 29 marzo a Bologna, sottolineando l’importanza del ruolo del viticoltore.
Il fondatore di Slow Food parla di fase di transizione da cui ripartire con nuove idee, rimettendo al centro le relazioni, la condivisione tra produttori e consumatori, portando avanti insieme la battaglia per una rivoluzione ecologica. Concetti e obiettivi che si concretizzano nella nuova mission del mondo del vino. Con questi obiettivi Sana Slow Wine Fai si presenta come qualcosa in più di una semplice fiera, ma come un momento – che arriva due settimane prima di Vinitaly – che ha l’ambizione di segnare un prima e un dopo nell’agenda del mondo del vino segnato dalla crisi legata al Covid, e con lo scopo di dare la spinta al settore per una vera ripartenza post pandemia. Una visione nuova, più ampia, ma che parta dal basso. Dai piccoli produttori, dai territori meno blasonati, dalle osterie. Da quel piccolo mondo antico in cui il valore dell’agricoltura e della terra sono il baricentro della produzione.
“Sana Slow Wine Fair di Bologna arriva in una fase storica nella quale siamo chiamati a uno sforzo per ripartire su basi diverse rispetto a quelle dell’era pre-pandemia, sulle quali fioriscano nuove idee – dice Carlo Petrini, fondatore di Slow Food – Dobbiamo viverla come un momento di liberazione, di passaggio dal consumismo compulsivo a un consumo funzionale al rispetto dei beni comuni e dei beni relazionali. E’ giunto il momento di lasciare spazio alla cooperazione e alla condivisione”. Ed ecco la frecciata alla competizione sfrenata, realtà tipica del nostro tempo, che però secondo il pensatore, fa più che male alla comunità. “Una società fortemente competitiva non può raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica – è la sferzata di Petrini al mondo del business – L’appuntamento di Bologna è importante perché non riguarda solo i produttori, ma coinvolge anche i cittadini, che del vino sono appassionati e consumatori, e il mondo della distribuzione: insieme perché il bene comune riguarda l’interesse di tutti”.
Giancarlo Gariglio, coordinatore di Slow Wine Coalition
E a proposito del concetto di dare valore alle piccole realtà, Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition, pone l’accento sul ruolo sociale ed economico della filiera: “Alcuni territori, senza il vino e tutto quello che ci ruota intorno, sarebbero spopolati. Il nostro evento nasce per dare voce a queste storie, che aiutano il mondo che conosciamo con questi valori. Sana Slow Wine Fair sarà la nostra Terra Madre del vino, la prima occasione per i delegati, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da 18 Paesi del mondo, per condividere esperienze e principi, visioni comuni e prospettive”. In assoluta coerenza con lo stile Slow Wine, per l’occasione sono state selezionate cantine (500) ed etichette (3500) con un criterio ancorato alla qualità e alla sostenibilità, quindi al rispetto per l’ambiente ma anche per il lavoro dell’uomo, e per Gariglio questo farà la differenza. “Un momento di incontro in presenza che ci fa capire che non tutto può essere digitale – sottolinea Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, ambientali e forestali, che ha preso parte alla presentazione della fiera – Quello del vino è un settore economico rilevante che crea reddito, lavoro e ricchezza, ma rappresenta anche i valori che fanno parte della nostra storia”.
Il ministro alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, (ansa)
E l’attenzione alle piccole cose non è passata inosservata neanche agli occhi dello s
tesso Patuanelli. “Ci sono cose che non si misurano solo con i dati numerici – sottolinea il ministro – penso alla cultura dell’osteria, dello stare insieme e di come il vino rappresenti un tratto della cultura italiana. Penso che il 50% delle canzoni di Guccini, che è il mio cantante preferito, non esisterebbe senza le osterie”. Il numero uno dell’Agricoltura parla anche di valenza sociale del vino “che va sostenuta e mantenuta nel concetto di filiera corta, un valore che permette alle economie di proteggersi nei momenti di difficoltà”.
Ma anche le cifre hanno il loro peso, soprattutto se si parla di fondi stanziati per la ripresa economica e in particolare per far crescere il mondo del vino, in questo la politica deve fare la sua parte: “Come ministero abbiamo messo in campo risorse importanti e nella Politica agricola comune (Pac) il vino è un elemento centrale delle organizzazioni comuni di mercato. Abbiamo poi investito 35 milioni di euro per la promozione e difeso con il voto recente in Parlamento la necessità di non dire che il vino è un elemento nocivo a priori”. In questi giorni, come ha sottolineato anche Gariglio, il vino è parso un po’ sotto attacco, per la vicenda delle etichette anticancro che ha tenuto i produttori col fiato sospeso (alla fine il Parlamento europeo ha votato per apporre solo un alert contro l’abuso), e per la battaglia sul Nutriscore, contro l’ipotesi di bollino nero sulle bottiglie. Tema quest’ultimo a cui Patuanelli ha fatto cenno: “Ci stiamo muovendo anche nella battaglia contro il Nutriscore che pretende di dare un colore al cibo. Non riesco davvero a capire dove sia la componente scientifica”.
Eventi come Sana Slow Wine Fair, dal punto di vista degli organizzatori, sono importanti anche per il sano confronto che può derivarne, e le aspettative sono alte. La fiera, che si svolgere presso Bologna Fiere, ospiterà in particolare 500 cantine espositrici per tre giorni di incontri, degustazioni e masterclass. Tra gli organizzatori, oltre a Slow Food Bologna Fiere, FederBio, Confcommercio Ascom Bologna, e il supporto del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e dell’Istituto del commercio estero (Ice). Sono attesi migliaia di visitatori, professionisti dell’horeca – il settore commerciale di ristorazione, alberghiere, catering e bar – e centinaia di delegati della “Slow wine coalition” dall’Italia e dall’estero. I visitatori – sia operatori del settore che appassionati – potranno visitare gli spazi espositivi della Fiera dove si troveranno i produttori che hanno sottoscritto il “Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto”. Inoltre, l’evento in presenza sarà preceduto da tre giorni di convegni online, dal 22 al 24 marzo, incentrati sulla sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e la crescita sociale e culturale delle campagne. All’assemblea plenaria di inaugurazione della fiera, domenica 27 marzo – sottolineano gli organizzatori – verrà poi elaborato un documento sulla base dei temi emersi durante i convegni online. Fonte: IL GUSTO, Lara Loreti, 19.02.2022