Quello di Bergamo è il primo aereoporto nazionale e internazionale in Europa a ricevere la certificazione di “azienda bike friendly”.
Bergamo con Brescia sarà capitale italiana della cultura nel 2023 © Kir Shu/unsplash
Mentre in alcune città fatica a decollare anche solo l’idea di poter raggiungere in bicicletta un aeroporto, allo scalo di Bergamo si lavora per promuovere l’intermodalità e il bike to work. Si tratta di una consuetudine ormai rodata in diverse città europee e d’oltreoceano, una soluzione agile soprattutto quando l’aeroporto dista pochi chilometri dal centro.
Infatti c’è chi atterra e desidera prendere una bici a noleggio per godersi la città sulle due ruote o chi spinge sui pedali per rincorrere un volo evitando di rimanere imbottigliato nel traffico. Pedalano i turisti in viaggio con le loro biciclette assemblate all’arrivo ma soprattutto pedalano le migliaia di persone che lavorano quotidianamente presso gli scali aerei. Su quest’ultimo punto scommette Sacbo, la società che gestisce l’Aeroporto Civile di Bergamo Orio al Serio, la prima in Europa a ricevere la certificazione di “azienda bike friendly” consegnata da Fiab, Federazione italiana ambiente e bicicletta.
L’aeroporto di Bergamo Orio al Serio dista circa 5 chilometri dal centro città © Max Nyman/unsplashLeggi anche
Un protocollo europeo certifica le aziende bike friendly
Come ci spiega Valeria Lorenzelli, consigliera nazionale Fiab e responsabile area mobilità quotidiana, in questi anni è stato elaborato un protocollo europeo intitolato CFE-Cycle Friendly Employer, portato avanti grazie al lavoro di un consorzio di 16 partner europei (coordinato da ECF-European Cyclists’ Federation) di cui fa parte anche Fiab. Si è arrivati così a ideare e promuovere il primo e unico standard europeo volontario per aziende bike friendly, che si basa su un protocollo articolato in 6 aree di intervento e 55 azioni da mettere in pratica per trasformare un luogo di lavoro in una sede bike friendly.
Questo significa che sulla base di criteri molto puntuali è possibile riconoscere ufficialmente le realtà che si contraddistinguono per aver realizzato al loro interno un ambiente di lavoro che promuove e sostiene l’utilizzo della bicicletta e politiche di sviluppo sostenibile in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030.
Valeria Lorenzelli con il presidente di Sacbo Giovanni Sanga e il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini © Fiab Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
Nel caso di Sacbo sono coinvolti ben 4mila dipendenti e lavoratori incentivati quotidianamente al bike to work grazie all’accesso a un’articolata rete di informazioni, strutture e servizi. Aggiunge Lorenzelli: “Si tratta di un passo grande, il caso di Bergamo è un esempio importante. Non parliamo solo di ciclabili ma del cambiamento dei comportamenti delle persone. Un obbiettivo più complesso che richiede uno forzo “strutturale” ma che porta a risultati più concreti e solidi nel tempo”.
Fiab, cosa serve per incentivare il bike to work
Come mettere in sella le persone e incentivarle al bike to work? Le parole d’ordine sono prima di tutto informazione e formazione. Spiega Lorenzelli: “Questo significa per esempio che attraverso l’intranet aziendale le persone ricevono continuamente informazioni legate alla bici proprio per portarle a utilizzare consapevolmente questo mezzo. Si sono poi organizzate biciclettate, incontri di formazione sulla sicurezza e con l’intervento del mobility manager ciascuno ha potuto definire il migliore percorso casa-lavoro”.
Biciclette parcheggiate all’esterno dell’aeroporto di Orio al Serio © Sacbo
Altra area di intervento importante è quella dei servizi: il posteggio video-sorvegliato, la cicloficcina, le docce, la presenza del ciclomeccanico in azienda risultano fondamentali. Inoltre a breve sarà ultimato un anello ciclopedonale attorno alla zona aeroportuale, in raccordo con la rete esistente e quella futura che porta in circa venti minuti a raggiungere il centro città.
Ciclopedonale nei pressi dell’aeroporto di Zurigo © Flughafen Zürich
Bergamo, dal punto bike friendly alle docce, cosa offre l’aeroporto per chi arriva in bicicletta
Tutto questi elementi oltre ad agevolare chi lavora in aeroporto, giocheranno un ruolo centrale per i clienti e i turisti che in primavera avranno a disposizione un punto bike friendly con docce, mappe, noleggiatori e uno spazio per sistemare i propri mezzi. Una mossa strategica per dare impulso alla mobilità attiva e al cicloturismo anche in vista della nomina di Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura 2023 e delle successive Olimpiadi Milano Cortina 2026. Novità importanti da questo punto di vista saranno anche i collegamenti ferroviari di Orio al Serio con la Stazione di Milano Centrale e la linea di cinque chilometri che porterà alla stazione di Bergamo.
L’aeroporto di Zurigo dista 13 km dal centro città ed è facilmente raggiungibile in bicicletta © Flughafen Zürich
Da Dublino a Zurigo gli esempi virtuosi d’Europa
Nel frattempo anche lo scalo di Dublino si sta organizzando per ricevere la certificazione CFE-Cycle Friendly Employer. Fa piacere sapere che questa volta non si prenderanno a modello solo le solite città “virtuose”: Amsterdam con lo Schiphol, Vienna con lo Schwechat, il Flughafen di Zurigo o il Kastrup Airport di Copenaghen, per citarne alcune. Si guarderà un po’ più in basso del solito, a Bergamo appunto, dove di sicuro c’è ancora un grande lavoro culturale da fare per la mobilità attiva ma dove la politica aziendale di Sacbo può fare scuola e rappresentare uno strumento chiave per fare la differenza nel mettere in sella le persone. Fonte: LIFEGATE, Paola Piacentini, 29.12.2021