L’innalzamento delle emissioni porterà al surriscaldamento dei corpi d’acqua dolce, rischiando di causare enormi danni all’equilibrio dei loro ecosistemi. E potrebbe avere un ruolo anche nella temperatura del pianeta
Gli eventi meteorologici estremi sono già una realtà, possiamo vederne gli effetti con cadenza più o meno regolare, in tutto il mondo. Piogge torrenziali alternate a fasi troppo lunghe di siccità, temperature massime che raggiungono picchi mai toccati prima e minime che scavano più in basso di quanto sarebbe lecito attendersi. E poi ancora gli straripamenti dei corsi d’acqua, il moltiplicarsi degli incendi e tanti altri fenomeni anomali. Sono le conseguenze di un cambiamento climatico che non si può più ignorare.
Un nuovo studio rafforza il legame tra la forza di questi eventi anomali e il riscaldamento globale – effetto del cambiamento del clima – partendo dalle ondate di calore dei laghi. Un gruppo di ricercatori guidato da Iestyn Woolway, del Climate Office dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Nature spiegando che la crisi climatica potrebbe causare «aumenti drammatici, nella frequenza e nell’intensità, delle ondate di calore dei laghi in tutto il mondo».
Per ondata di calore si intende il surriscaldamento di un lago – più in generale di un corpo d’acqua dolce – sottoposto a temperature elevate per un periodo di tempo prolungato: sono eventi che potenzialmente potrebbero causare grossi danni agli ecosistemi lacustri, modificandone la flora e la fauna, con ricadute a livello economico e sociale.
«L’aumento della gravità e della durata delle ondate di calore dei laghi a causa dei cambiamenti climatici hanno già esposto gli organismi acquatici a condizioni nuove, talvolta letali, portando a un aumento del rischio di eventi di mortalità di massa tra i pesci. Questo può avere effetti molto gravi anche sulle comunità locali che dipendono dalla pesca come risorsa nutritiva ed economica», ha detto Woolway in un’intervista al quotidiano britannico The Independent.
I ricercatori hanno raccolto i dati satellitari per studiare l’impatto che hanno avuto le ondate di calore sulla temperatura di 702 laghi sparsi in tutto il mondo: lo studio mostra per la prima volta che le ondate di calore si verificano frequentemente nei laghi e che sono molto sensibili alle variazioni climatiche. «È probabile che la temperatura media delle ondate di calore dei laghi aumentino da circa 3,7 gradi centigradi a 5,4 entro la fine del secolo; mentre la durata media potrebbe aumentare da circa una settimana a più di tre mesi nello stesso periodo. Nello scenario più conservativo in termini di emissioni, gli aumenti medi di temperatura sono di circa 4 gradi e la durata aumenta di un mese», si legge nel documento.
Il surriscaldamento dei laghi, in uno scenario globale che va verso un aumento della temperatura, potrebbe potenzialmente portare alcuni laghi a raggiungere uno stato in cui le ondate di caldo sono pressoché permanenti. «A meno che il cambiamento climatico – aggiunge Woolway nello studio – non venga mitigato le nostre proiezioni suggeriscono che le ondate di calore dei laghi diventeranno sempre più gravi, minacciando la biodiversità del lago e spingendo gli ecosistemi ai limiti della loro resilienza».
Il lavoro dei ricercatori si aggiunge a uno studio sullo stesso tema, pubblicato a dicembre, condotto dall’Università Virginia Tech. «Dimostriamo che la scomparsa dell’ossigeno dai fondali di laghi e bacini idrici è destinata a incrementare il loro contributo al fenomeno del riscaldamento globale», aveva scritto Alexandria Hounshell, ricercatrice della Virginia Tech, che ha collaborato allo studio. «Abbiamo scoperto – prosegue – che la presenza di livelli molto bassi di ossigeno nelle acque dei laghi, dovuti a un aumento della temperatura, aumenta la concentrazione di metano tra le 15 e le 800 volte nell’aria».
La relazione tra i laghi e il cambiamento climatico è oggetto di studi approfonditi da diversi anni, ma ancora non sono stati trovati tutti gli elementi di correlazione diretta. Nel 2016 un gruppo di ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute di New York ha provato a fare il percorso inverso, cercando di individuare gli effetti del riscaldamento globale sugli ecosistemi lacustri, che giocano un ruolo fondamentale nell’immagazzinamento e nell’emissione di carbonio.
I ricercatori del Rensselaer hanno realizzato dei modelli al computer per provare a leggere i cambiamenti nel tempo del ciclo del carbonio lacustre, in base alle evoluzioni del tempo atmosferico, della temperatura dell’acqua e delle emissioni di CO2 e metano in duemila laghi americani. «Sappiamo che i laghi sono importanti nel ciclo globale del carbonio e questo è fondamentale per la regolazione della temperatura dell’aria, ma non sappiamo ancora come cambierà il ruolo dei laghi in questi processi con l’aumento delle temperature», dicevano gli scienziati al lavoro al Rensselaer.
È probabile che nei prossimi mesi si aggiungano altro tasselli in un campo in cui la ricerca non ha ancora risposto a tutte le domande. Ma al momento c’è una grande certezza che emerge dai risultati di questi studi: è la necessità di affrontare la crisi climatica sempre con maggior serietà, come ha spiegato Iestyn Woolway nella parte finale della sua ricerca: «Qualche è certo è che le temperature dei laghi seguono le temperature dell’atmosfera. Poiché le temperature globali continuano a salire, ci aspettiamo che le ondate di calore del lago diventino più intense e più durature. Oggi come in futuro, la riduzione delle emissioni di gas serra deve rimanere in prima linea nella nostra agenda». Fonte: Linkiesta, Alessandro Cappelli, foto Lapresse, 27.01.2021