Al via campagna #iostocoipastori nella Giornata Mondiale della Pastorizia. Coldiretti: comprate italiano per sostenere mestiere a rischio estinzione
Rispettare le tradizioni di Pasqua e portare in tavola carne d’agnello italiana, per augurare un ritorno alla normalità e salvare 60.000 pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza Coronavirus. Lo afferma la Coldiretti, nella Giornata mondiale della Pastorizia, con l’avvio della campagna social #iostocoipastori, per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione.
Gran parte di 1,5 chili di carne di agnello consumata a testa dagli italiani durante tutto l’anno si acquista proprio in occasione di questa festività. La carne di agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana, come dimostrano i piatti della transumanza tramandati da secoli: dall’abruzzese agnello cacio e ova al molisano agnello sotto il coppo fino all’abbacchio alla scottadito del Lazio. Per non parlare delle diverse ricette: dagli arrosticini alle costolette panate, dalla più tradizionale teglia al forno con patate alla cacciatora, dall’agnello brodettato alle polpettine pasquali con macinato di agnello del Trentino fino al Cutturiddu pugliese, l’agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, ma anche gli gnocchi al sugo di castrato e le tagliatelle al ragù di agnello.
In una situazione in cui la maggioranza dell’offerta viene dall’estero e soprattutto da Romania e Grecia, che non assicurano gli stessi standard qualitativi, il consiglio della Coldiretti è di preferire carne di agnello Made in Italy, per aiutare il proprio territorio, contrastare l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio e sostenere anche le zone terremotate del Centro Italia.
La pastorizia italiana, continua la Coldiretti, garantisce la salvaguardia di 38 razze a vantaggio della biodiversità e si prende cura di 6,2 milioni di pecore, attraverso tradizioni millenarie come la transumanza, proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità nel dicembre 2019. Negli ultimi anni si è sviluppato anche il recupero della lana di pecora come isolante termo acustico in edilizia dove garantisce prestazioni eccellenti sia nella protezione dal caldo e dal freddo, regolando il livello di umidità, sia contro i rumori, con un materiale naturale, sano e riciclabile.
“Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – spiega il presidente Coldiretti, Ettore Prandini – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto. A rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali. Quando un allevamento chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate spesso da intere generazioni a combattere lo spopolamento e il degrado”. Fonte: WineNews, 27.03.2020