Confermata la sentenza della Corte di Appello di Bologna
Arriva la sentenza definitiva, confermato l’illecito: è inganno al consumatore. E Federdoc festeggia: “si va verso una maggiore trasparenza”
In giorni di incertezza e instabilità come questi, in cui l’Italia è alle prese con l’emergenza Coronavirus, che, oltre alla sanità, si porta con sé problemi e dubbi sul commercio, sia import che export, arriva una notizia che mette il punto sulla questione tutela del made in Italy e contro l’Italian sounding: la Corte Suprema di Cassazione chiude la querelle giudiziaria sui “Wine Kit”, confermando la sentenza della Corte di Appello penale di Bologna e, dunque, la sussistenza dell’illecito. Quello dei “Wine Kit”, veri e propri kit per autoprodursi vino in casa, posti in vendita con nomi dei vini italiani, è quindi ufficialmente un inganno al consumatore, evocando un’inesistente origine italiana ed una altrettanto inesistente provenienza da mosti di vini Doc, “affaire” iniziato nel Febbraio 2016 con una sentenza di assoluzione di primo grado da parte del Tribunale penale di Reggio Emilia e poi proseguito nel maggio 2019 con quella della Corte di Appello penale di Bologna che ne aveva ribaltato l’esito, condannando uno degli imputati.
Ed a festeggiare, c’è anche Federdoc, in prima linea contro i wine kit fin dall’inizio: “Dopo anni di battaglie legali – dichiara Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc – contro questi famigerati wine kit, che avrebbero causato un danno di almeno 200 milioni di euro al settore vinicolo nazionale, apprezziamo fortemente questo risultato, che va nella direzione della trasparenza e della tutela del consumatore, ma anche della salvaguardia del vino italiano a livello internazionale, su cui siamo da sempre in prima linea. Su questa vicenda, in particolare, abbiamo agito con costanza e decisione, fornendo delle tesi valide che non a caso sono state accolte dalla Corte di Appello penale di Bologna e adesso ulteriormente avvalorate dalla Corte Suprema di Cassazione, che ha confermato appieno la sussistenza dell’illecito. La vittoria raggiunta rappresenta dunque un risultato importante per il comparto e il made in Italy di qualità e, allo stesso tempo, un ulteriore stimolo per rafforzare ancora di più la nostra attività di tutela contro ogni tipo di contraffazione”. Fonte: WineNews, 12.03.2020