Al debutto sugli scaffali della Gdo il primo zucchero biologico italiano proveniente dalla barbabietola prodotto da 140 aziende in sette regioni
Anche una materia semplice con un basso tasso di innovazione come lo zucchero, sa evolvere produzione e processi per contrastare il peso delle multinazionali estere sul mercato. Lo dimostra lo sforzo e l’accelerazione compiuti dalla cooperativa Coprob, che coinvolge 7mila aziende agricole, che ha deciso 5 anni fa di votarsi alla coltivazione biologica della barbabietola, per rispondere a una esigenza sempre più sentita tra i consumatori per prodotti italiani, sostenibili e bio.
Da allora, spiega il Claudio Gallerani, presidente della cooperativa produttori bieticoli: «Sono state coinvolte 140 aziende (su 5mila soci) che hanno scelto di produrre uno zucchero grezzo da una coltura interamente sostenibile e biologica in sette regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli, Marche, Umbria, Emilia-Romagna e Veneto). Su 33mila ettari coltivati a barbabietole 1.600 sono bio, per ora, ma l’obiettivo è quello di raggiungere l’80% della superficie nel giro di qualche anno con l’aiuto della precision farm. Va detto che la bietola è una coltura a bassissimo impatto ambientale (un ettaro assorbe anidride carbonica come un ettaro di bosco) ed è anche fondamentale per la rotazione agricola per produrre cereali di qualità».
Il risultato di questo piccola rivoluzione sul campo, che coinvolge tutta la filiera, è la confezione da 500grammi di Zucchero Nostrano Biologico 100% italiano di Italia Zuccheri sugli scaffali della grande distribuzione partire da febbraio a un prezzo consigliato è di 1,99 euro.
La blockchain nel biologico: standard comuni per la tracciabilità
«La certificazione bio, è un valore ma anche un costo, che però è garantita dall’autocontrollo volontario su tutte le aziende (in genere il controllo è a campione sul 5% della filiera biologica), dallo stretto rapporto con gli enti di certificazione come Federbio e il coinvolgimento di tutti i processi – continua il presidente-. Fino ad arrivare al packaging, approvato da Legambiente, che è interamente compostabile» . Il prossimo passo è verso l’uso della genetica, per sviluppare piante più resistenti ai cambiamenti climatici, la meccatronica e il continuo sostegno alla ricerca per un prodotto più amico della salute. A questo proposito aggiunge Bruno Treglia, direttore generale della Coprob: «Stiamo lavorando con la startup Hehallo all’interno del FoodTech Accelerator di Deloitte per la produzione di uno zucchero a basso indice glicemico».
I numeri di Coprob
La cooperativa conta 7000 aziende agricole con 260 dipendenti fissi e 300 stagionali che producono 2 milioni di tonnellate di bietole pari a 250mila tonnellate di zucchero raffinato che coprono il 15% del fabbisogno nazionale. Il Sol3e 24 Ore, Luisanna Benfatto, 28 gennaio 2020