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Dic 24 2019

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SOSTIENE CARLIN: NON C’È NIENTE DI MAGICO NEL MANGIARE CROSTACEI CHE DISTRUGGONO ECOSISTEMI. RISCOPRIAMO IL MEDITERRANEO

Il Natale e il Capodanno sono alle porte.

E con loro dietro l’angolo ci sono anche pranzi e cene di ogni sorta con famiglie allargate e amici ritrovati. Momenti in cui il cibo diventa pretesto per stare insieme. Ma quale cibo? Anche quest’anno i preparativi saranno iniziati da giorni e in molti saranno andati alla ricerca di gamberetti, ananas o di altri frutti provenienti dall’altra parte del mondo, dell’immancabile salmone affumicato e carne di cui non si conosce n&…

Il Natale e il Capodanno sono alle porte. E con loro dietro l’angolo ci sono anche pranzi e cene di ogni sorta con famiglie allargate e amici ritrovati. Momenti in cui il cibo diventa pretesto per stare insieme. Ma quale cibo? Anche quest’anno i preparativi saranno iniziati da giorni e in molti saranno andati alla ricerca di gamberetti, ananas o di altri frutti provenienti dall’altra parte del mondo, dell’immancabile salmone affumicato e carne di cui non si conosce né l’origine e né i metodi di allevamento. Ebbene, sulla soglia del nuovo anno e sull’onda di quelli che saranno i nuovi buoni propositi, guardando allo sconquasso ambientale e climatico che stiamo vivendo, diventa doveroso più che mai, nonché necessario, fermarsi un attimo e riflettere sulla scelta di ciò che mangeremo. Al di là delle ricette e delle tradizioni che per anni sono state tramandate nelle case degli italiani, ciò su cui dobbiamo soffermarci è l’impatto che questi appuntamenti gastronomici hanno sull’ambiente e sulla società. Le pubblicità delle grandi catene di supermercati evocano un magico Natale, proponendo

grandi e imperdibili offerte di gamberetti argentini e salmoni norvegesi. Proposte sicuramente allettanti per chi trova una soluzione che con poco metterà d’accordo tutti, perché da sempre abituati a trovarli in tavola senza nemmeno più chiedersi il perché. Ma cosa c’è di magico nel mangiare crostacei e pesci che distruggono ecosistemi, mettono a rischio la sicurezza e la sovranità alimentare di molte persone e, tra le altre cose, non sono nemmeno salutari per chi li mangia? Gli allevamenti di gamberetti tropicali, ad esempio, sono una delle cause principali della distruzione delle mangrovie: vere e proprie foreste, presenti soprattutto in Ecuador, Argentina e nel Sud Est asiatico, rappresentano non solo uno degli habitat più fragili al mondo, ma anche uno dei più efficaci nell’assorbire anidride carbonica. Si calcola che dagli anni Ottanta si sia perso il venti per cento delle foreste di mangrovie mondiali, circa metà delle quali a causa dell’acquacoltura da gamberi, mettendo così a rischio anche decine di villaggi di pescatori che intorno a quegli ecosistemi hanno costruito la loro sussistenza, il loro sistema economico, le loro usanze, la loro comunità. Per non parlare del salmone d’allevamento, scrigno di antibiotici, tossine e coloranti e al contempo dannoso per la vita negli oceani. Difatti, per ottenere un kg di salmone ne servono almeno 5 di altri pesci, contribuendo largamente alla riduzione degli stock ittici che sta portando all’estinzione di molte specie. Ma se è del mare che cerchiamo il sapore, perché non scegliere pesci del nostro Mar Mediterraneo, pescati in maniera coscienziosa da pescatori locali, che hanno fatto meno chilometri prima di arrivare in tavola? Ricordiamoci sempre che le invenzioni migliori in cucina sono state create in tempi ostici, dove si faceva di necessità virtù. I cosiddetti piatti poveri sono quelli che col tempo sono diventati scheletro della nostra cucina nazionale, una delle più amate al mondo. Preparare e viversi un “cenone sostenibile” — scegliendo il pesce azzurro dei nostri mari, o prediligendo la carne proveniente da allevamenti locali che hanno a cuore il benessere animale, o alternando le proteine animali a quelle dei legumi (che non per forza devono essere scelti solo per la cena di Capodanno!) — significa capire che per essere consumatori più consapevoli non è necessario rinunciare al piacere del buon cibo: la prerogativa per un piatto destinato a rimanere nel cuore e nella memoria delle persone rimane comunque l’emozione del palato. Alla fine del 2019, però, questo non basta più: dobbiamo affermare il diritto a un piacere consapevole. Senza consapevolezza, non c’è vero godimento. Questa esigenza ecologica, infatti, non dev’essere una rinuncia sofferta: riunirsi intorno a una tavola per mangiare piatti a basso impatto ambientale, significa mettere in gioco la gioia della creatività a servizio del bene comune. Ma c’è dell’altro, perché anche le proposte gastronomiche più buone, pulite e giuste perdono immediatamente del loro sapore laddove a mancare è l’ingrediente principale: l’affettività. Il piacere di stare a tavola, oltre a ciò che si mangia, è dato dai commensali con cui ti relazioni e che sono il vero sale di questi appuntamenti. Non dimentichiamolo. natale cena gamberetti Mediterraneo. Fonte: Google, 22.12.2019

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