Il segreto è nei batteri. Ecco Circles, progetto dell’Università di Bologna. L’obiettivo è rivoluzionare la produzione alimentare sfruttando le potenzialità dei microbioni
Il cibo del futuro? Il segreto sta nei batteri. Questa è la promessa di Circles, un nuovo progetto di ricerca europeo che si pone un obiettivo rilevante. Quale? Rivoluzionare la produzione alimentare migliorandone alcuni aspetti chiave come sicurezza, produttività, qualità e sostenibilità. Il tutto sfruttando le potenzialità delle comunità di microrganismi, note come microbioni, che colonizzano ogni nicchia ecologica sul pianeta, inclusi tutti gli esseri viventi. Il progetto, premiato dalla Commissione Europea con un finanziamento di circa 10 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, vede l’Italia in prima linea visto che è coordinato dall’Università di Bologna.L’Ateneo bolognese, il più antico del mondo occidentale (e che proprio in questi giorni ospita il kick-off meeting di avvio del progetto) sarà infatti alla guida di un vasto consorzio di 30 partner provenienti da 14 Paesi europei. Tra i partecipanti troviamo sia alcuni istituti di ricerca leader nel campo della microbiologia, della genetica e delle scienze ambientali ma anche aziende di punta nel settore della produzione alimentare come Aia, Orogel, Eurovix, DSM Nutritional Products e Bolton Alimentari, oltre ad esperti di business planning e di comunicazione.
Uno sforzo collettivo che ha come obiettivo la creazione di Smart Microbiome Food Products: nuovi alimenti a base di ortaggi, carne e pesce nati da sistemi alimentari in cui i microbiomi di animali e piante saranno ottimizzati per realizzare in modo sostenibile prodotti di qualità superiore.
Le sfide del futuro, nel campo del cibo, sono di considerevole importanza. Trovare un equilibrio tra la produzione alimentare a livello globale e la conservazione e la disponibilità di risorse naturali non è affatto semplice. Le stime poi analizzano che nel 2050 la popolazione mondiale arriverà a contare circa 9,7 miliardi di persone: produrre cibo sufficiente per tutti sarà una delle sfide più difficili per il genere umano. Per superarla, i sistemi di produzione alimentare, “dovranno diventare estremamente efficienti: filiere in grado di produrre cibo sicuro e nutriente, riducendo al tempo stesso in modo deciso l’impatto ambientale”. E una strada da seguire potrebbe essere proprio quella dei batteri e, in particolar modo, del potenziale metabolico dei microbiomi.“Viviamo in un mondo popolato, in termini numerici, principalmente da batteri – spiega Marco Candela, docente dell’Università di Bologna che coordina il progetto – per questo è importante imparare a conoscerli e a convivere con loro, in modo da poter anche usare le loro abilità per migliorare la salute globale e promuovere un’economia sostenibile”.
Studi approfonditi su questi microorganismi avrebbero mostrato che la loro presenza è fondamentale per garantire lo sviluppo e la salute di tutti gli esseri viventi. “Oggi si guarda in modo integrato alla relazione tra un ambiente o un organismo e il microbioma che lo abita – sottolinea Candela – per questo, i microbiomi rappresentano un potenziale probiotico per tutti gli attori principali nella filiera di produzione dell’alimento, from farm to fork: suolo, acqua, mangimi, piante e animali, prodotto finale, ambiente, prodotti di scarto, lavoratori e, infine, consumatori”. Circles, il cui progetto durerà cinque anni, parte da qui: esplorare, traslare e diffondere applicazioni innovative basate sui microbiomi per migliorare la performance e la sostenibilità dei sistemi alimentari. Durante il progetto saranno studiate e migliorate filiere alimentari già esistenti, grazie alla collaborazione delle aziende partecipanti. Ci saranno dei veri e propri “laboratori sul campo” che permetteranno di sperimentare soluzioni innovative su sei sistemi alimentari strategici per il mercato europeo: gli ortaggi (pomodori e spinaci), l’allevamento intensivo (polli e suini), l’acquacoltura e la pesca (l’orata nel Mediterraneo e il salmone nell’Atlantico). I ricercatori prepareranno strumenti specifici in grado di modulare e ottimizzare la composizione dei microbiomi (Smart Microbiome Modulators) da utilizzare in modo integrato e circolare. In questo modo sarà possibile ottimizzare tutta la filiera produttiva, migliorando qualità, produttività, sicurezza e sostenibilità dell’intero processo produttivo. Arrivando a definire un nuovo paradigma di produzione sostenibile, basato sullo sfruttamento dei microbiomi. “Tutti i cibi saranno certificati, grazie anche ad un innovativo metodo di etichettatura che garantirà la trasparenza sulla qualità del processo produttivo – conclude il professor Candela – questi Smart Microbiome Food Systems saranno il risultato finale che Circles offrirà all’Europa di domani”. Fonte: WineNews, 04.12.2018