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Dic 01 2018

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MILLENNIALS E GENERAZIONE Z

I social, i media e le scelte dallo scaffale: lo studio Pwc a Fico. Lo studio mette in risalto il legame tra la tecnologia e le due generazioni di giovani: in comune la voglia di qualità e sostenibilità del prodotto

Tra gli anni Novanta e Duemila la rivoluzione tecnologica ha completamente sconvolto la vita, anche quotidiana, di milioni di persone in tutto il mondo: è chiaro che quindi le generazioni che l’hanno vissuta hanno visto le loro abitudini cambiare radicalmente. Ma tra chi la tecnologia, e i social network dopo, l’ha piano piano inserita nella propria vita, e chi invece è nato quando era già pienamente diffusa delle differenze ci sono: lo studio di Pwc, network di consulenza strategica, presentato a Fico Eataly World, su “Next Generation: Millennial e Generazione Z” svela differenze e affinità in materia di approccio al settore dell’alimentare digitale e non in Italia.

Ciò che principalmente accomuna i Millennials o Generazione X, ovvero coloro nati tra i primi anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta, e la Generazione Z, i giovani nati tra la seconda metà degli anni Novanta e circa il 2010, è quello che cercano in generale nei prodotti dell’agroalimentare: qualità, trasparenza e sostenibilità. Il 73% dei Millennials e il 76% della Generazione Z afferma di essere disposto a pagare di più per avere la certezza sulla sostenibilità dei propri marchi di alimentari preferiti, per arrivare al 27% dei primi e il 28% dei secondi disposti a pagare addirittura il 20% in più.E, sempre in modo molto simile, secondo i giovani le aziende dovrebbero comunicare meglio la loro sostenibilità, e la comunicazione sul prodotto dovrebbe essere più chiara e trasparente. Quali sono però i canali attraverso cui si tengono informati o vengono a conoscenza di prodotti alimentari interessanti: al primo posto ci sono sempre parenti e amici, a dimostrazione di quanto i rapporti umani sono imbattibili dalla tecnologia, fondamentali per il 29% dei Millennials e il 27% della Generazione Z, e al secondo il passaparola, per entrambi importante al 27%. Al terzo posto, arriva la prima differenza generazionale: per ancora il 27% degli intervistati della Generazione Z, a pari merito quindi con il passaparola c’è il sito web del rivenditore e il negozio; per i Millennials, il negozio è fondamentale per il 26% degli intervistati, mentre il sito web è affidabile solo per il 22%.

I canali più efficaci nella comunicazione in tema di sostenibilità sono per entrambi le etichette, che per il 49% dei Millennials e il 56% della Generazione Z, dovrebbero essere il principale mezzo di informazione sul prodotto da parte dei produttori ai consumatori, seguite dalle campagne pubblicitarie, per il 41% Millennials e il 41% della Generazione Z, i social (31% Millennials e 30% Generazione Z) e infine i siti internet (30% Millennials e 33% Generazione Z).
Rapporti umani diretti a parte, ciò che contraddistingue le due generazioni da tutte quelle passate è proprio la tecnologia: a dimostrarlo ancora i numeri dello studio, che rivelano come oltre il 50% dei Millennials e il 56% della Generazione Z navighi sui social per scoprire nuovi marchi e prodotti visualizzabili in anticipo da piattaforme come Instagram e Pinterest, usate per leggere recensioni e feedback, ricevere offerte promozionali e visualizzare pubblicità. Nonostante lo smartphone sia il device preferito da entrambe le generazioni, sia Millennials che Generation Z sono abituati a destreggiarsi con più di uno di questi mezzi tecnologici: ad esempio, il 46% dei Millennials usa lo smartphone più frequentemente per accedere ai social, mentre 66% preferisce utilizzare il PC (fisso e portatile) per navigare su Internet. “Le aziende – spiega Erika Andreetta, Partner Retail&Consumer Goods Consulting Leader di PwC che ha presentato la ricerca – dovrebbero adoperare le risorse per creare strategie di comunicazione mirate e differenziate in base al dispositivo usato dall’utente per scoprire più informazioni riguardanti i brand preferiti e i prodotti venduti”. Uno strumento efficace per raccogliere i big data sono quindi i social: il 40% dei Millennials e il 44% della Generazione Z ha dichiarato che sarebbe disposto a condividere lo storico dei propri acquisti con il brand preferito. Le aziende dovrebbero quindi dotarsi di strumenti interattivi per incrementare la personalizzazione dell’offerta e la brand loyalty. Inoltre, il 30% dei Millennials, così come il 30% della Generazione Z, condividerebbe foto e video con il proprio brand preferito. Fonte: WineNews, 30.11.2018

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