Sempre più precoce la produzione, con gli italiani, secondo un’indagine Doxa per Federolio, che prediligono di gran lunga l’extravergine (85%)
Il tempo cambia le cose, e se nella tradizione ottobre era il mese della vendemmia, che ormai prende il via regolarmente prima della fine di agosto, i primi giorni del mese, sempre più spesso, coincidono con l’arrivo dell’olio nuovo, oro verde che, come il vino, si produce in tutto il Belpaese, con decine e decine di cultivar diverso.
E così, per esempio, la raccolta delle olive è nel pieno anche nella Dop Umbria, tra le denominazioni regionali più importanti d’Italia, e dove, come succede sempre più spesso in Italia, tanti produttori di vino investono sempre di più anche nella produzione di olio, altro prodotto simbolo dell’agricoltura italiana e della dieta mediterranea.
E mentre il Belpaese si avvia ad una raccolta 2018-2019 che, dalle prime stime rilasciate a fine estate non sarà abbondante (domani a Roma ci sarà il punto della situazione firmato da Ismea), da una ricerca Doxa per Federolio, emerge che in Italia l’extravergine d’oliva è di gran lunga l’olio più consumato (85% del campione), sia perché è l’olio migliore da utilizzare (36%) e perché un olio di qualità (27%), ma anche perché fa bene alla salute (18%). L’indagine ha mostrato anche una variabilità nel costo per l’acquisto con il 39% degli italiani (Low Spender) che mediamente dichiara di spendere meno di 6 euro al litro, il 48% (Medium Spender) che riferisce una spesa da 6 a 10 euro e il restante 13% (High Spender) che va oltre i 10 euro.
L’acquisto avviene presso la grande distribuzione per quasi la metà del campione (56%) con un prezzo medio di 6,2 euro al litro e una frequenza d’acquisto inferiore al mese e per il 33% direttamente nel luogo di produzione, con un prezzo medio che raggiunge gli 8,4 euro al litro, e acquisti che avvengono un paio di volte l’anno (32%) e una volta l’anno (26%). Nella scelta dell’olio tra le caratteristiche prese in considerazione c’è l’origine e la provenienza italiana delle olive (52%), il rapporto qualità prezzo (39%), ma anche la trasparenza di tutte le fasi produttive (31%) e una filiera produttiva certificata (23%).
E domani, a Roma, al “Villaggio Contadino” della Coldiretti, alla presenza, tra gli altri, del vicepremier Luigi Di Maio, del presidente Osservatorio Agromafie Gian Carlo Caselli, del presidente Unaprol, David Granieri, del presidente Federalimentare Luigi Scordamaglia e del direttore Ismea Raffaele Borriello, sarà di scena la “prima spremitura” ufficiale delle olive dell’anno.