“Chi cammina la terra sa che l’importante non è arrivare, ma procedere, passo dopo passo. Camminare la terra è esprimere il nostro vivere in continuo movimento. Talvolta occorre fermarsi per riposare o per pensare e per gioire o per piangere, e alla fine ricominciare a camminare. Fermarsi anche per ricordare e rivivere la strada percorsa”. Luigi Veronelli
Apre il 21 gennaio, alla Triennale di Milano, la mostra che raccoglie oltre 600 documenti provenienti dall’archivio di Luigi Veronelli. Libri, oggetti, foto, storie illustri, la riproduzione di parte della storica cantina e la sua voce saranno esposti in otto sezioni: «La scelta – editoria e giornalismo», «Il boom economico e la cucina», «Il lungo viaggio in Italia», «Il vino i vini», «La cantina di Veronelli», «La Rai e L’Etichetta», «I “no” e l’impegno civile», «L’ultima grande battaglia: l’olio».
Camminare la terra, che si trasferirà a Bergamo dal primo maggio al 21 ottobre 2015, prosegue fino al 22 febbraio: da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30 e il giovedì fino alle 23 (lunedì chiuso). L’ingresso è libero. Ogni giovedì, dalle 19 alle 21, il Triennale DesignCafé sarà teatro di incontri in cui i partecipanti potranno conoscere alcuni tra i vini che hanno fatto la storia dell’enologia italiana. Degustazioni a tema accompagnate da finger food. Si inizierà il 22 gennaio con la Tenuta di Fiorano per poi proseguire il 29 con l’azienda Braida Giacomo Bologna, il 5 con un gruppo di produttori di Nizza Monferrato, il 12 febbraio con Allegrini e concludere il 19 con una serata di bottiglie rare provenienti dalla cantina di Gino. Il 17 febbraio la scuola Teatro7 Lab organizza una cena/lezione Matrimoni d’amore. Gli accostamenti ideali cibo vino.
Luigi Veronelli – camminare la terra. Un’espressione che nella sua essenzialità fonde mirabilmente due elementi ricorrenti nel pensiero e nell’attività di Luigi Veronelli. È camminando la terra che Veronelli ha incontrato le donne e gli uomini, amato i loro prodotti e scoperto gli strumenti utili per il lavoro e per il consumo. Da qui la decisione del Comitato, nato per valorizzare l’opera e il pensiero del grande intellettuale, di intitolare la mostra Luigi Veronelli – camminare la terra, con un motto che è manifesto, testamento, invito e che fu, di Veronelli, profezia. La mostra sarà di prologo a Expo Milano 2015 e al suo grande tema Nutrire il pianeta, che sarà celebrato da Triennale con la mostra semestrale di Germano Celant Art&Food.
Luigi Veronelli – camminare la terra indagherà il metodo di lavoro, la formazione eclettica e le tracce che indicano il percorso verso un futuro auspicabile e necessario, rimettendo al centro di tutto la terra e la cultura materiale. Il lavoro in corso da parte del Comitato sull’immenso archivio, messo a disposizione dalla famiglia e finora mai indagato in modo sistematico, vuole tracciare un profilo più preciso della poliedricità di Veronelli e, al contempo, fa riemergere altre grandi personalità come ad esempio Luigi Carnacina, che con Veronelli intrattenne una fitta corrispondenza epistolare, Gianni Brera, Silvio Coppola, il suo designer e molti altri ancora.
Il cuore della mostra sarà simbolicamente rappresentato da una trasposizione della sua grande cantina, in un percorso sinestetico utile ad avvicinare una personalità tanto complessa. E accanto a questa, il racconto di grandi storie emblematiche, già in parte anticipate dalle personalità che hanno animato la serata del 2 febbraio nel Teatro Sociale di Bergamo.
Ma non si tratterà di un percorso enocentrico, piuttosto il vino sarà il punto di avvio per mettere a fuoco la complessa personalità di Luigi detto Gino, Veronelli: dal suo rapporto con la cultura del cibo e i prodotti della terra (olio extra vergine in primis), alla sua attenzione per gli strumenti della tavola (nell’archivio, sono stati rinvenuti preziosi disegni inediti).
Si studieranno infine i lasciti in molti ambiti, sulle sue intuizioni “glocal”, sulla forza poetica del suo pensiero che spinge a operare con grande concretezza, sulla sua sensibilità al sociale che per lui non è mai stata una dichiarazione d’intenti, piuttosto una pratica, attraverso cui dare dignità alla terra attraverso i prodotti di eccellente qualità.