Il Parlamento Europeo ha dato il via libera, oggi, al testo di accordo raggiunto nelle scorse settimane tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Direttiva in materia di Ogm, che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola.
“È un successo della Presidenza italiana – ha spiegato il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina – e del Ministro Galletti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto, che ha presieduto in questi mesi il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente competente sulla materia Ogm. Un risultato che non era scontato e sul quale si lavorava da più di 4 anni. Molto importante è stato anche il dialogo e il lavoro fatto dal Parlamento europeo e in particolare dalla delegazione italiana. È una scelta che risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo. Bene quindi che ora sia data libertà di scelta ai singoli Paesi dell’Ue. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i Ministri Lorenzin e Galletti per procedere”.
“Il testo del Parlamento europeo non ci soddisfa appieno”, dichiara Gaetano Pascale, Presidente di Slow Food Italia. “A un’attenta analisi, infatti, emergono alcune debolezze che suscitano dubbi in merito alle questioni ambientali e territoriali”.
Ecco in sintesi le principali criticità che ravvisiamo:
Il testo in votazione è troppo vago in merito alle motivazioni ambientali che uno Stato potrebbe invocare per motivare la propria decisione. Ciò lascerebbe spazio a contestazioni in sede di Corte di Giustizia da parte dell’agroindustria, pur essendo menzionate le ragioni socio-economiche.
La proibizione o limitazione della coltivazione di ogm sul territorio di uno Stato non può in alcun modo limitare la circolazione di tale ogm sul territorio del paese autore della proibizione.
“Esprimiamo inoltre il timore che il reiterato divieto a porre ostacoli alla libera circolazione di materie prime, mangimi o cibi Ogm autorizzati nell’UE, contenuto nel testo in approvazione, possa essere utilizzato per sostenere che l’etichettatura obbligatoria costituisca detto ostacolo, mentre essa rappresenta l’elementare, necessario supporto della libertà di scelta di ogni cittadino”, conclude Pascale.
Si tratta di una questione etica. Come, in base al regolamento Eu 1169/2011, il cittadino risulta autorizzato a non consumare alimenti di origine animale per una scelta etica personale – e gli sono fornite tutte le informazioni necessarie in questo senso; allo stesso modo, deve poter continuare a scegliere di non consumare ogm ed essere parimenti informato per poterlo fare.
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