Udite, udite cosa dice l’Alta Ristorazione:
“Oggi non è più sufficiente essere dei semplici artigiani, serve organizzazione, soprattutto quando si parla di alta ristorazione, un mondo in cui persino l’immagine personale va curata. Deve partire uno stimolo a rivedere il modello ristorativo, dalla scelta delle materie prime alla politica dei prezzi, con un occhio più attento alle potenzialità del turismo italiano: siamo il popolo delle trattorie, non dei ristoranti”. A indicare la rotta, dal convegno Le nuove frontiere della ristorazione italiana di scena a Trento, è Davide Scabin, anima del Combal.Zero e protagonista de La Terra dei Cuochi, che mette in soffitta anche il “modello familiare, perché non basta più. Le nonne sono una risorsa incredibile, ma non più sufficienti: bisogna capire che il presente e il futuro sono i giovani, è su di loro che dobbiamo investire per salvare le ricette della nostra memoria dall’oblio”.
Quindi, formazione, ma “ricordandoci che sta a noi addetti ai lavori dare nuovi stimoli, rivitalizzando gli istituti alberghieri e mettendoci a disposizione, anche gratuitamente. L’alta cucina – conclude Scabin – sono in pochi a potersela permettere, mentre c’è uno spazio enorme per ridisegnare la nuova “trattoria italiana””
Sono 20 anni che Slow Food predica quello che finalmente qualcuno dell’altra ristorazione ha capito, tant’è che da 20 anni Slow Food edita Osterie d’Italia!